"La nostra speranza è che con un nuovo governo, Haiti possa fare uno scatto in avanti e avere la capacità di determinare quei rilevanti e urgenti cambiamenti di cui hanno assoluto bisogno le famiglie e i bambini di Haiti. E' necessario anche che permanga un'attenzione internazionale e che i donatori istituzionali entrino subito in contatto con i nuovi eletti, assicurando il prosieguo degli aiuti e degli stanziamenti. Questi dovranno essere finalizzati a un'uscita dai campi degli haitiani, a un loro ricollocamento e alla ricostruzione delle loro vite".
Sono queste le parole di Gary Shaye, Responsabile di Save the Children ad Haiti, alla vigilia delle elezioni politiche che si terranno domenica 28 novembre.
Nonostante le violenze e l'insicurezza crescenti, anche in vista dell'appuntamento elettorale, l'organizzazione internazionale non solo non ha ridotto ma sta giorno per giorno implementando le attività seguite al terremoto e all'esplosione del colera nell'isola di Haiti..
"Secondo le previsioni più negative potrebbe arrivare a 400.000 il numero di persone infettate dal colera", prosegue Gary Shaye. "Tuttavia noi crediamo che lavorando intensamente con i bambini possiamo modificare questo scenario, riducendo la trasmissione del batterio e assicurando alle vittime aiuto immediato, in modo tale che l'infezione non diventi così grave da portarle alla morte. I bambini possono essere i nostri migliori alleati perché sono dei formidabili moltiplicatori di informazioni fondamentali per prevenire e curare il colera".
Per questo Save the Children sta conducendo training per gli insegnanti e sessioni di igiene e informazione per gli alunni in oltre 100 scuole di Port au Prince e Jacmel; analoghe attività sono in corso in alcuni campi sfollati con l'ausilio delle radio mentre a Léogâne sono stati creati dei gruppi di madri che vengono informate sulle corrette pratiche igieniche e sui sintomi del colera.
Un'ampia attività di sensibilizzazione che ha fatto sì che Wawins, 11 anni - il primo giovane paziente dell' Unità per il trattamento del colera di Save the Children nel campo Delmas 56 a Port au Prince - si sia praticamente accorto da solo di avere il colera.
Appena ha sentito maldistomaco infatti ha riconosciuto i sintomi del colera e lo ha subito detto alla mamma. Insieme si sono rivolti alla clinica di Save the Children dove Wawins è stato curato per 3 giorni per poi essere dimesso, ormai guarito.
"A scuola ci hanno insegnato che appena non ci sentiamo bene dobbiamo correre dal dottore", racconta. E sempre in classe e poi dalla radio del campo Warwins ha imparato che "dobbiamo sempre lavarci le mani dopo essere andati al bagno, dopo aver mangiato e, a scuola, dopo la ricreazione".
"Come Wawins i bambini hanno una straordinaria capacità di ricordare i messaggi chiave e di diffonderli presso i loro amici e le loro famiglie", spiega ancora Gary Shaye. "Save the Children sta lavorando nelle scuole di Port-au-Prince, Léogâne, Maissade, e Jacmel per fornire ai bambini e ai ragazzi tutte le informazioni che possano aiutarli a combattere la trasmissione del colera. Nei campi così come nelle comunità più povere Save the Children sta rafforzando le sua attività nell'ambito della igiene attraverso la costruzione di nuove latrine, di postazioni per lavarsi le mani, di docce, attraverso la distribuzione di sapone e di acqua potabile. Finora sono quasi 350.000 gli adulti e i bambini raggiunti da questi servizi e aiuti".