In occasione della prossima giornata internazionale di lotta all'HIV - 1 dicembre 2010 - Cesvi lancia l'edizione 2010 di Virus Free Day, con il patrocinio del Ministro della Gioventù: i giovani del SISM, Segretariato Studenti di Medicina che supporta la Onlus da molti anni, e i volontari del Cesvi intervisteranno i giovani nelle Università e nelle piazze di 32 città italiane utilizzando il Virus Free Test , quiz preparato da esperti di tematiche legate al virus e alla sua diffusione, sia in Italia sia nei Paesi in via di Sviluppo, con l'obiettivo di fornire informazioni sull'HIV/AIDS sconfiggendo stereotipi e pregiudizi. L'obiettivo? Stimolare nei giovani la curiosità e la voglia di documentarsi sui rischi e sulle possibili risposte relativi all'endemia.
Una "prova generale" del Virus Free Test si svolgerà alle 11.00 di martedì 30 novembre presso l'Aula Bignami del Policlinico Umberto I di Roma: alla presenza di Simonetta Di Cori - Ministero Affari Esteri, Elisa Matarazzo - Presidente del SISM, Giangi Milesi - Presidente del Cesvi, Roberto Moretti - medico epidemiologo consulente Cesvi per i progetti sanitari, del Prof. Adriano Redler - Preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria dell'Università La Sapienza e IAVI (International AIDS Vaccine Initiative) partner dell'iniziativa, i giovani si misureranno con le domande del Test e animeranno un dibattito sul ruolo dei vari attori istituzionali e della società civile di fronte alla sfida dell'HIV/AIDS. Nelle giornate 6 e 7 dicembre presso l'Università La Sapienza sarà allestita la mostra fotografica "Positive stories", che racconta le storie di donne e bambini coinvolti nei progetti del Cesvi di lotta all'Hiv in Africa. Per maggiori informazioni, www.virusfreeday.it
Cesvi rinnova anche quest'anno il suo impegno nella lotta all'HIV/AIDS sia nell'Africa Subsahariana, attraverso progetti di cura e di educazione oggi attivi in quattro paesi (Repubblica Democratica del Congo, Sudafrica, Uganda e Zimbabwe), sia in Italia con azioni di sensibilizzazione che, proprio a partire dalla conoscenza del lavoro della Onlus nel sud del mondo, mirano a sviluppare una cultura della responsabilità e dell'impegno tra i giovani italiani.
L'AIDS è ancora un'emergenza globale. Ogni anno 33 milioni di persone sono colpite dal virus: il 70% di loro vive nell'Africa Sub Sahariana, dove fame e povertà sembrano avere stretto un'alleanza mortale. Colpendo gli uomini e le donne in età riproduttiva, l'AIDS uccide i coltivatori, i lavoratori, gli insegnanti, i genitori e gli stessi medici e infermieri, lasciando dietro di sé una scia di affamati, analfabeti, orfani e nuovi malati. In questi paesi Cesvi lavora a fianco dei Sistemi Sanitari locali: non costruisce nuovi ospedali, ma rafforza le strutture sanitarie esistenti; non manda medici, infermieri o laboratoristi occidentali, ma forma quelli locali; non si limita a spedire medicine, ma lavora con le comunità per promuovere la cultura della prevenzione e della solidarietà. Ma la situazione è allarmante anche in Italia: secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità i sieropositivi sono oltre 150.000.
Nonostante alcuni progressi iniziali l'attenzione per le norme di prevenzione sta calando, soprattutto nei giovani: da un'indagine internazionale condotta da TNS Healthcare risulta che il 22% dei ragazzi italiani dichiara di non utilizzare metodi contraccettivi e di non preoccuparsi minimamente del rischio di malattie sessualmente trasmissibili. Cesvi è convinta che la battaglia globale contro l'HIV/AIDS passi anche dal nostro vissuto quotidiano: informandoci e applicando le buone norme igienico-sanitarie possiamo combattere stereotipi e pregiudizi, contribuendo a promuovere - in Italia come in Africa - una cultura della prevenzione condivisa e diffusa.