L'Arci aderisce e partecipa alla manifestazione promossa dalla Cgil per sabato 27 novembre con le parole d'ordine "Il futuro è dei giovani e del lavoro".

Siamo infatti preoccupati per le condizioni in cui versa il Paese. L'aumento della disoccupazione, l'impoverimento e la precarietà di strati sempre più ampi della popolazione segnalano una vera emergenza sociale. Anziché rafforzare le tutele sociali e il carattere universalistico del welfare, il governo ha scelto di scaricare il costo della crisi sui più deboli, chiedendo nuovi sacrifici ai lavoratori, agli anziani, ai precari. Anziché operare per una necessaria redistribuzione delle risorse, ha scelto di non toccare rendite e grandi patrimoni.

Al di la delle promesse, di concreto c'è solo l'attacco generalizzato ai diritti, l'azzeramento delle politiche sociali, la mortificazione della scuola pubblica e della cultura, i tagli a Regioni e Comuni che priveranno milioni di famiglie dei servizi essenziali, il tentativo di smantellare i contratti collettivi di lavoro, isolare e delegittimare i sindacati. Scelte irresponsabili, perché se crescono le diseguaglianze e arretrano le conquiste sociali, è tutto il vivere civile che viene messo a rischio.

Eppure il paese avrebbe le risorse per uscire dalla crisi migliorato. Basterebbe invertire la rotta di un modello di sviluppo fallimentare, che ha cercato di competere riducendo il costo del lavoro anziché innovare i processi produttivi, che ha favorito la speculazione finanziaria a danno dell'economia reale. Basterebbe investire nel protagonismo dei giovani, puntare sulla ricerca e la formazione, sulla riconversione ecologica dell'economia, su nuove politiche energetiche, sullo sviluppo dell'economia sociale, sulla cura dei beni comuni e dei patrimoni culturali e ambientali. Sul valore sociale del lavoro come base del patto di cittadinanza.

Basterebbe seguire la bussola dei principi costituzionali che stanno alla base della nostra democrazia. In gioco c'è il futuro della nostra società. Ciascuno è chiamato alle proprie responsabilità, e l'associazionismo può offrire un contributo decisivo, sul piano sociale e culturale, al cambiamento di cui il Paese ha bisogno.
Una presenza forte e visibile delle organizzazioni della società civile a fianco della Cgil il 27 novembre sarà la conferma di quanto sia grande e plurale il fronte delle energie da mettere in campo per uscire dalla crisi nell'orizzonte dei diritti e dell'equità sociale, per costruire un paese migliore, più democratico, più giusto e solidale.

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