BRUXELLES - Lo European Disability Forum (Edf) - l'organizzazione che rappresenta gli ottanta milioni di disabili europei - e Inclusion Europe, la ong ombrello per le persone con disabilità intellettive, accolgono con favore la nuova Strategia Ue 2010-2020 per un'Europa senza barriere. In particolare, le otto aree nelle quali è strutturata la comunicazione - adottata il 15 novembre dalla Commissione - sembrano convincere i due network: accessibilità, partecipazione, parità di trattamento, occupazione, educazione e formazione, protezione sociale, salute e azione esterna.

L'Edf però si domanda perché la strategia si chiami 2010-2020 quando, quest'anno, solo pochi aspetti menzionati nel documento sono stati affrontati. Inclusion Europe, dal canto suo, si chiede perché non si sia approfittato della nuova comunicazione per riproporre la direttiva antidiscriminazione o per discutere l'adozione di una direttiva specifica riguardante la disabilità. Yannis Vardakastanis, presidente dell'Edf, ha sottolineato come la nuova strategia sia "più ambiziosa del piano precedente riguardante le persone disabili e, se messa in pratica in tutte le sue parti, rappresenterà un passo avanti per tutti i disabili europei".

"La comunicazione della Commissione è un grande riconoscimento del valore della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità (Uncrpd)", gli fa eco Ivo VyKydal, presidente di Inclusion Europe, che sottolinea come la Strategia "riprenda molti dei contenuti della Convenzione stessa".

Per quanto riguarda gli impegni specifici contenuti nel documento, se da un lato a convincere le organizzazioni rappresentative dei disabili sono aspetti quali l'impegno per un atto sull'accessibilità del mercato interno per prodotti e tecnologie assistive, la proposta legislativa per rendere tutti i siti pubblici accessibili entro il 2015, le misure per migliorare l'accessibilità per le persone con disabilità a beni e servizi, le norme per assicurare il diritto alla libertà di movimento e residenza, la revisione della legislazione su occupazione e impiego e l'utilizzo dei fondi strutturali in favore di pprogetti per l'accessibilità, dall'altro rimangono alcuni punti su cui si poteva fare di più. In particolare, la revisione della legislazione europea deve essere trasversale e non riguardare solo l'occupazione e l'impiego ma tutti i campi rilevanti per le persone disabili; le persone con disabilità devono essere coinvolte nei processi decisionali che li riguardano attraverso le loro organizzazioni rappresentative; la Strategia deve essere formalmente sostenuta anche dal Parlamento europeo e dal Consiglio, in modo da risultare vincolante per tutte le istituzioni Ue; infine, si raccomanda l'istituzione di un comitato congiunto Commissione-Stati membri, guidato dalla presidenza di turno e che debba riportare al Consiglio europeo dei ministri per gli Affari Sociali.

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