Quello che si temeva è accaduto.
Ancora una volta, il Governo nazionale ha messo a segno una manovra economica che non contiene nessun provvedimento che aiuta il Paese ad uscire dalla crisi in cui si trova.
Non ci sono scelte anticicliche e risorse da destinare alla ripresa del lavoro e per i settori produttivi. Mentre persiste l'attacco ai diritti universali: all'istruzione pubblica; alla cultura; all'assistenza.
Particolarmente grave appare l'assenza di risorse per contrastare la povertà sempre crescente; si è azzerato persino il fondo che finanziava la "social card" che l'anno scorso è stato il fiore all'occhiello del nostro Ministro dell'Economia. Non si è avuto il coraggio di dichiarare fallita quell'esperienza.
Non ci sono risorse per la non autosufficienza, mostrando in questa direzione una ignoranza ed una insensibilità verso un problema che interessa oltre tre milioni di cittadini nel nostro Paese.
Vi è, poi, una forte riduzione del finanziamento del 5x1000, ridotto solo a 100milioni di euro, che rappresenta un attacco alle associazioni di volontariato che rischiano seriamente di non poter più aiutare i cittadini più bisognosi del nostro Paese.
Questa scelta rappresenta anche una vera e propria provocazione per tutto li terzo settore. I fatti smentiscono le parole, perché quando nel Libro Bianco sul Welfare si propone la fase costituente del terzo settore e poi si attacca in modo così virulento una delle componenti storiche di quel mondo, come le associazioni di volontariato, si può smascherare così un bluff al quale avremmo voluto non assistere.
C'è ancora una possibilità per recuperare tale iniquità? Pensiamo di sì.
Invitiamo tutte le forze politiche e sociali responsabili a fare le dovute pressioni a livello parlamentare affinché vi sia un emendamento che ripristini il giusto finanziamento per le associazioni di volontariato in Italia.