Il rilancio dell'attenzione e dell'impegno del servizio pubblico radiotelevisivo per l'informazione dall'estero, e in particolare per i temi più importanti dell'economia e dei diritti umani, è stato al centro dell'incontro svoltosi ieri, in viale Mazzini, fra i consiglieri di amministrazione della Rai Alessandro Curzi e Nino Rizzo Nervo, e una delegazione della "Tavola della Pace", guidata dal coordinatore nazionale Flavio Lotti, il direttore di "Nigrizia" p. Carmine Curci e il segretario dell'Usigrai Roberto Natale. I dirigenti dell'organizzazione, tradizionalmente attiva sul fronte dei media come "strumenti di pace", hanno sollecitato la Rai a dedicare maggiore spazio, nei Tg e nel palinsesto delle reti, alle questioni e alle cronache internazionali, e ad aprire sedi e uffici di corrispondenza nei paesi tuttora scoperti, a cominciare dall'Africa. Speciale attenzione si è auspicata per la qualità dell'informazione, da sottrarre alla banalizzazione e all'omologazione.
I due consiglieri, condividendo le istanze e le aspettative esposte dalla "Tavola della Pace" - talmente importanti da incrociare tre questioni strategiche che ieri il servizio pubblico ha davanti a se: l'autonomia aziendale, la valorizzazione dei criteri professionali e il rapporto qualità/ascolti - si sono impegnati a sollecitare l'accelerazione delle procedure, in corso, per l'apertura delle sedi in Turchia, Sud America, India e Africa; a promuovere complessivamente una maggiore sensibilità dell'azienda, a cominciare da Tg e direzioni di rete, verso le notizie, le tematiche e i nuovi protagonisti di un mondo sempre più globale; a proporre una trasmissione di seconda serata sulla Rete Uno che si occupi in maniera specifica di attualità dall'estero, attivando opportunamente gli uffici di corrispondenza attuali e quelli in via di realizzazione.
Nei mesi scorsi il Direttore Generale della Rai Alfredo Meocci aveva assicurato che "La nuova sede Rai in Africa si farà presto" in risposta ai rappresentanti della Tavola della pace, del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, delle riviste missionarie e dell'Usigrai che nelle precedenti settimane avevano lanciato l'appello "Più notizie, meno gossip denunciando i limiti dell'informazione televisiva sul Sud del mondo e chiedendo appunto l'apertura di una sede Rai in Africa.
In quell'occasione, p. Nicola Colasuonno, direttore di Missione Oggi, aveva espresso apprezzamento per la decisione, ma ha anche rinnovato la denuncia delle 42 riviste missionarie: "Dai TG vogliamo notizie e non gossip, attenzione ai problemi del Sud del mondo e non provincialismo". Flavio Lotti aveva ricordato che "Milioni di italiani pagano il canone ed esigono che la Rai si metta davvero a servizio di tutti e della pace. La sede Rai che chiediamo di aprire a Nairobi deve essere un modello anche di nuove relazioni tra il servizio pubblico radiotelevisivo e la società civile italiana". I missionari hanno già messo a disposizione della Rai la loro rete capillare di informazione presente in Africa.
E sempre ieri a Roma è stato presentato in una conferenza stampa il V Convegno Internazionale "L'Africa in piedi con volto di donna che prenderà il via oggi ad Ancona (21 al 23 aprile). Eugenio Melandri, coordinatore di Chiama l'Africa ha ricordato che "La storia è un macigno che grava nelle relazioni tra Europa e Africa. L'Europa ha sfruttato, ha favorito la tratta degli schiavi, ha slegato l'economia dalla vita. L'Africa era un continente antropologicamente e materialmente ricco, adesso è impoverito a causa degli europei. Quanti aiuti e cooperazione "avvelenati" sono stati fatti? L'immagine dell'Africa è negativa, c'è sfiducia. E' ormai necessario risarcire questo continente. L'Africa ha una società civile che fa miracoli sociali, e le donne ne sono l'anima. E vorremmo imparare i grandi valori di cui l'Africa è portatrice. [GB]