Esprimiamo grande preoccupazione per i fatti che stanno accadendo nei territori occupati del Sahara Occidentale, dove decine di donne e uomini saharawi accampati nella tendopoli di Gdeim Izik (a 15 km dalla capitale Layounne) sono stati attaccati dall'esercito marocchino che ha proceduto con atroce violenza allo sgombero forzato e alla distruzione dell'insediamento.
Da settimane migliaia di saharawi si sono accampati in pieno deserto per protestare contro la politica del governo marocchino e rivendicare l'autodeterminazione e lo svolgimento del referendum deciso dalle Nazioni Unite 20 anni fa e mai celebrato. In pratica, il diritto di quel popolo ad esistere e vivere nella propria terra.
La repressione ha già causato decine di feriti e numerosi morti, il Sahara è tornato ad essere un campo di battaglia e la stabilità del Maghreb è seriamente in pericolo.
Chiediamo un'azione urgente da parte del Governo Italiano e dell'Unione Europea nei confronti del Marocco per esigere il rispetto dei diritti umani e garantire al popolo Saharawi di poter liberamente esprimere la propria volontà politica.
Chiediamo che le Nazioni Unite, con la missione Minurso presente nel Sahara Occidentale, facciano rispettare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
L'Arci, che da anni sostiene la causa del popolo Saharawi, esprime solidarietà alle donne e agli uomini della tendopoli di Gdeim Izik e continuerà ad adoperarsi per contribuire alla soluzione equa di questo conflitto in collaborazione con le organizzazioni della società marocchina impegnate per la pace e la democrazia nel loro paese e in tutta la regione.