Ridurre le emissioni di CO2 degli inceneritori, individuando la percentuale ottimale delle diverse tipologie di rifiuti destinati ad essere bruciati? Ora si può grazie ad un sistema di calcolo che permette di determinare come e quanta raccolta differenziata è necessario fare per massimizzarne l'efficacia.
Lo studio, che è stato presentato oggi, a Venezia in Fondazione Cini, al Simposio Internazionale sull'Energia da Biomasse e Rifiuti, è frutto di una sperimentazione portata avanti in Danimarca sui rifiuti urbani.
"Non si tratta più - spiega in qualità di promotore del Simposio, il professor Raffaello Cossu, ordinario di Ingegneria ambientale all'Università di Padova - di spingere la raccolta differenziata a livelli quantitativi sempre maggiori, ma di valutare, in base alle emissioni di CO2 degli inceneritori, che trattano quanto non intercettato da tale raccolta, se l'insieme dei materiali bruciati corrisponde alla composizione migliore possibile per una minimizzazione dei rilasci di gas climalteranti."
La ricerca nasce dalla considerazione che spesso, nelle diverse zone di uno stesso territorio, lo smistamento dei rifiuti avviene in modo anche molto diverso, con notevoli differenze su ciò che viene o meno destinato al riciclo.
"Sono stati considerati 8 differenti scenari possibili- prosegue Cossu - che permettono di confrontare diverse opzioni di raccolta differenziata variando le percentuali di umido, carta, vetro, plastica e metalli."
Uno degli elementi condizionanti risiede nel fatto che è fondamentale definire quanto del rifiuto che entra nell'inceneritore sia o meno assimilabile a biomassa.
"Un ulteriore elemento significativo evidenziato da questa ricerca - conclude il docente dell'ateneo patavino - è dato dall'importanza che assume il concetto di tracciabilità dei materiali raccolti per via differenziata. È fondamentale infatti, per il bilancio complessivo della CO2, avere un'idea chiara del percorso fatto da carta, plastica, vetro, metalli e umido e dagli scarti generati dalla loro valorizzazione."
Organizzato da International Waste Working Group (IWWG - www.iwwg.eu), la più importante piattaforma intellettuale a livello mondiale, nata per diffondere la gestione integrata e sostenibile dei rifiuti e dalle Università di Padova, Trento, Dresda, Queensland, Hokkaido, Rockstock e Singapore, il Simposio, che terminerà domani, ha in programma, nelle tre giornate, 7 sessioni parallele e 250 relazioni.
Tra i 50 paesi di provenienza di relatori e iscritti ci sono Arabia Saudita, Australia, Bangladesh, Brasile, Canada, Cina, Corea, Costa Rica, Emirati Arabi, Egitto, Estonia, Ghana, India, Indonesia, Iran, Giappone, Lituania, Malesia, Messico, Marocco, Nuova Zelanda, Nigeria, Repubblica Dominicana, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Singapore, Taiwan, Tunisia, Turchia, Uganda, Ucraina, Stati Uniti e Vietnam.Per maggiori informazioni www.venicesymposium.it
L'International Waste Working Group (www.iwwg.eu) è un'organizzazione no-profit che ha lo scopo di fornire una piattaforma intellettuale per incoraggiare e supportare la gestione integrata e sostenibile dei rifiuti e per promuovere lo sviluppo scientifico e le applicazioni su scala reale in questo campo.
L'International Waste Working Group è nato nel 2002 come un incubatore di idee, sviluppate secondo principi scientifici e con la finalità di dare loro applicazione pratica. La rivista ufficiale del IWWG è Waste Management, pubblicata da Elsevier, e rappresenta il più autorevole periodico scientifico internazionale nel campo della gestione dei rifiuti.
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