E per la produzione di bioidrogeno si punta sui rifiuti organici dell'agroindustriale come succhi di frutta, birra, conserve e marmellata
Trasformare gli scarti di lavorazione in energia. È questo il comune denominatore degli studi che verranno presentati al Terzo Simposio Internazionale sull'energia da biomasse e rifiuti che si terrà a Venezia, in Fondazione Cini, sull'Isola di San Giorgio, a partire da oggi e fino a mercoledì 10 novembre e riunirà oltre 500 scienziati ed esperti provenienti da più di 60 paesi.
"Le frontiere delle biomasse - spiega, in qualità di promotore del Simposio, il professor Raffaello Cossu, ordinario di Ingegneria ambientale all'Università di Padova - cambiano in continuazione e un numero sempre maggiore di materiali, che fino a qualche tempo fa rappresentavano un problema dal punto di vista dello smaltimento, ora stanno diventando fonte di energia."
Organizzato da International Waste Working Group (IWWG - www.iwwg.eu), la più importante piattaforma intellettuale a livello mondiale, nata per diffondere la gestione integrata e sostenibile dei rifiuti e dalle Università di Padova, Trento, Dresda, Queensland, Hokkaido, Rockstock e Singapore, il Simposio ha in programma, nelle tre giornate, 7 sessioni parallele e 250 relazioni.
"Una delle novità di quest'anno - sottolinea Cossu - riguarda l'industria del vino. È emerso che le vinacce, sottoposte a trattamento biologico o termico, con una particolare soluzione tecnica innovativa, possono essere impiegate a fini energetici, con efficienze superiori alle soluzioni convenzionali normalmente adottate."
In generale il principio è simile per gran parte dei materiali di origine organica, animale o vegetale, che si decompongono, in assenza di ossigeno, grazie all'azione biochimica dei microrganismi, indotta da apporti di calore appositamente regolate.
"Anche per gli scarti di macelleria - sottolinea Cossu - sono stati fatti dei passi avanti e questo rappresenta un importante risultato per i paesi in cui non esiste ancora una normativa per lo smaltimento, come ad esempio alcune zone dell'Africa, dell'America Latina e dell'Asia, dove i rischi per la salute e l'ambiente possono essere anche gravi. Grazie agli studi è emerso che è possibile trasformare in metano i resti dati dal sangue e dalle carcasse, attraverso un processo di digestione anaerobica che avviene in reattori chiusi."
In Brasile poi si è scoperto che anche gli scarti delle banane, che raggiungo una produzione di 668.000 tonnellate all'anno, possono essere sfruttate a fini energetici e così vale per l'olio di oliva in Spagna e per il latte in Europa.
"In Italia - prosegue il docente dell'Università di Padova - assistiamo invece ad una vera e propria corsa per la realizzazione di impianti di piccola taglia che potranno rendere autosufficienti gli allevamenti attraverso la trasformazione dei reflui di suini, bovini e polli".
Proseguono anche le scoperte nel mondo del bioidrogeno in cui è emerso che notevoli performance in termini energetici sono date soprattutto dai rifiuti organici umidi di origine agroindustriale come succhi di frutta, marmellata, birra e conserva. Importanti novità poi riguardano il Messico e l'Asia dove sono state scoperte interessanti proprietà, rispettivamente dell'aloe vera e del bambù, che vengono coltivati appositamente per la produzione di metano.
"Non possiamo pensare - conclude il professor Raffaello Cossu - che le biomasse possano risolvere il fabbisogno energetico, ma di certo rappresentano anno dopo anno una quota sempre più significativa che potrà dare un contributo sempre più importante."
Tra i 50 paesi di provenienza di relatori e iscritti ci sono Arabia Saudita, Australia, Bangladesh, Brasile, Canada, Cina, Corea, Costa Rica, Emirati Arabi, Egitto, Estonia, Ghana, India, Indonesia, Iran, Giappone, Lituania, Malesia, Messico, Marocco, Nuova Zelanda, Nigeria, Repubblica Dominicana, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Singapore, Taiwan, Tunisia, Turchia, Uganda, Ucraina, Stati Uniti e Vietnam.Per maggiori informazioni www.venicesymposium.it
L'International Waste Working Group (www.iwwg.eu) è un'organizzazione no-profit che ha lo scopo di fornire una piattaforma intellettuale per incoraggiare e supportare la gestione integrata e sostenibile dei rifiuti e per promuovere lo sviluppo scientifico e le applicazioni su scala reale in questo campo.
L'International Waste Working Group è nato nel 2002 come un incubatore di idee, sviluppate secondo principi scientifici e con la finalità di dare loro applicazione pratica. La rivista ufficiale del IWWG è Waste Management, pubblicata da Elsevier, e rappresenta il più autorevole periodico scientifico internazionale nel campo della gestione dei rifiuti.
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