L'AIAF (Associazione Italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori) si è unita all'appello di Ai.Bi. e con un proprio comunicato stampa ha chiesto al Governo italiano di adoperarsi al più presto per l'immediata ratifica della Convenzione "sulla competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l'esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori, conclusa all'Aja il 19.10.1996".
L'Associazione ha messo in evidenza il preoccupante ritardo dell'Italia nella ratifica della Convenzione, un ritardo che pesa molto perché la Convenzione potrebbe risolvere le situazioni in cui si trovano molti minori, che provengono da Paesi colpiti da catastrofi naturali, i minori non accompagnati e quelli provenienti dai Paesi di diritto islamico cui è stato applicato l'istituto della "Kafalah", e che non trovano adeguata risposta nella normativa vigente.
La ratifica della Convenzione permetterebbe di rispondere alle esigenze di tutela dei minori, in una realtà sociale, come anche quella italiana, che diventa sempre più multietnica. Anche secondo l'AIAF il timore che il riconoscimento dei provvedimenti di "Kafalah" possa comportare un aggiramento delle norme sulle adozioni internazionali può essere superato con accordi bilaterali tra il nostro Paese e i singoli Paesi di diritto islamico.
L'AIAF si appella al principio di non discriminazione e al diritto di libertà religiosa e contesta la sentenza della Cassazione n. 4868 dell'1 marzo 2010 che ha negato il diritto di ingresso ai minori affidati in kafala a cittadini italiani (o anche italiani) di religione musulmana, considerato che è invece riconosciuto il diritto di ottenere il visto di ingresso per il minore in "Kafalah" se la coppia straniera musulmana è solo residente in Italia, senza averne la cittadinanza.
L'AIAF ha chiesto quindi che la Convenzione venga ratificata al più presto dall'Italia confermando che, secondo il diritto europeo, il ritardo potrebbe avere come conseguenza una sanzione pecuniaria per l'Italia.