Amnesty International ha chiesto alle autorità italiane di verificare con urgenza se le 68 persone soccorse in mare e poi rinviate forzatamente in Egitto in 48 ore abbiano avuto la possibilità di richiedere protezione internazionale.
Le 68 persone, che erano a bordo di un'imbarcazione che ne trasportava in tutto 131, erano state intercettate il 26 ottobre dalle autorità italiane nei pressi della coste siciliane. Secondo quanto dichiarato inizialmente da un ufficiale italiano, le persone a bordo si erano identificate come palestinesi. Le autorità italiane le avevano trasferite a Catania e trattenute tutte, compresi 44 minori, in un impianto sportivo per oltre 24 ore, sostenendo che la loro detenzione era necessaria per svolgere le procedure di identificazione e organizzare i rinvii.
La sera del 27 ottobre, le autorità italiane hanno espulso 68 di loro verso Il Cairo, in Egitto, con un volo charter, affermando che si trattava effettivamente di "migranti irregolari" egiziani e non palestinesi.
Secondo Amnesty International, questa espulsione di massa sembra essere stata condotta senza riguardo per il diritto delle persone di chiedere asilo e in violazione degli obblighi dell'Italia derivanti dal diritto e dagli standard internazionali in materia di rifugiati e di diritti umani.
L'organizzazione chiede alle autorità italiane di chiarire se e come siano state identificate le persone in questione, come siano stati determinati la loro età e i possibili bisogni di protezione, se siano state informate del loro diritto di chiedere asilo e se siano state presentate domande di asilo.
"A tutte le persone soccorse in mare deve essere data la possibilità di chiedere asilo e le loro richieste devono essere valutate nell'ambito di un'equa e soddisfacente procedura" - ha dichiarato John Dalhuisen, vicedirettore del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International. "Vi è la preoccupazione che in questo caso a nessuna persona, comprese le 68 rinviate forzatamente, sia stata data una simile possibilità".
A organizzazioni come l'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur), l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, Save The Children e la Croce rossa italiana è stato negato l'accesso alle persone portate sulla terraferma, nonostante le ripetute richieste. Queste organizzazioni fanno parte di un progetto finanziato dal governo italiano e dall'Unione europea, che ha lo scopo di fornire assistenza immediata a chiunque arrivi sulle coste siciliane in condizioni di difficoltà.
Ad Amnesty International risulta che questa sia stata la prima volta dal 2005 che in Italia viene negato l'accesso all'Acnur dopo una richiesta ufficiale.
Del gruppo portato a terra, 19 persone sono state arrestate per reati connessi al favoreggiamento dell'immigrazione irregolare, mentre 44 sono state identificate come minori e trasferiti ai servizi sociali. Sebbene le persone identificate come minori non siano state espulse in modo sommario, Amnesty International ritiene che siano state detenute per oltre 24 ore, senza accesso a un'assistenza specializzata.
"Nella fretta di procedere alle espulsioni, le autorità italiane stanno ignorando le consuete procedure e gli standard internazionali per la protezione dei rifugiati e dei richiedenti asilo" - ha aggiunto Dalhuisen. "Le autorità italiane devono immediatamente porre fine alle espulsioni sommarie di massa di cittadini stranieri".