Nove mesi dopo il terremoto la situazione nell'isola di Haiti è ancora estremamente diffcile. Nonostante le migliaia di volontari impegnati nella ricostruzione del paese, la gente continua a vivere sotto enormi tendopoli, spesso costruite con tutto quello che si trova per strada e tra le macerie.

La situazione sanitaria è sempre molto difficile a causa di una carenza di strutture ospedaliere. Durante il sisma 8 ospedali sono stati distrutti e 22 seriamente danneggiati. Il governo, insieme alle Nazioni Unite e al coordinamento delle ONG ha messo a punto un piano di "riposizionamento" volto a creare interventi per avviare la piccola economia specialmente nelle aree di campagne. In questo modo la gente potrebbe lavorare la terra, produrre ortaggi, cereali, frutta e verdura rimettendo in moto l'economia. Per il momento si tratta ancora di un piano sulla carta, ancora non operativo.

In questo contesto critico si pone anche la questione di quei bambini rimasti orfani o abbandonati per le strade, che sono un numero imprecisato.  La difficoltà nel quantificare il numero di questi rende molto difficili le operazioni di identificazione e l'eventale ricongiungimento familiare.

A questo proposito il Senatore Carlo Giovanardi, in qualità di Presidente della Commissione Adozioni Internazionali, nel corso della riunione plenaria tra la stessa CAI e gli enti autorizzati, svoltasi il 26 ottobre a Roma ha dichiarato: "E' passato un anno ed ora ci sono bambini che hanno bisogno di famiglie . Dobbiamo dare risposte, non possiamo dilatare oltre i tempi.  Io ne sento la responsabilità. [..] Abbiamo finanziato 3 organismi italiani (Unicef- Caritas - Save the Children) perche con il loro lavoro in loco potessero dirci se vi sono effettivamente bambini abbandonati e quindi adottabili, ora sappaiamo che è cosi. " Riprendendo la dichiarazione del ministro, la vicepresidente Daniela Bacchetta ha aggiunto "l'intervento ad Haiti deve essere coordinato a livello nazionale, il sistema Italia non deve presentarsi alla spicciolata".

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