Save the Children è impegnata a contrastare la diffusione del colera ad Haiti che ha finora causato la morte di 254 persone e 3.015 contagi.
Il team medico dell'organizzazione internazionale, che dal 1919 lotta per i diritti dell'infanzia, sta incrementando gli stock di sali reidratanti all'interno delle sue cliniche mobili e sta intensificando le azioni di educazione a una corretta igiene nei campi, insegnando soprattutto ai bambini come lavarsi adeguatamente le mani. Inoltre gli operatori di Save the Children stanno intervenendo a protezione dei neonati, con specialisti nell'allattamento materno che aiutano le mamme ad allattare naturalmente i bambini piuttosto che nutrire i neonati con latte in polvere che va miscelato con acqua.
"Le condizioni in molti dei campi sono ancora difficili, con centinaia di famiglie che vivono a strettissimo contatto le une con le altre e circondate di spazzatura", commenta Lisa Laumann, Direttore dei Programmi di Save the Children ad Haiti. In alcuni dei campi i bambini e le rispettive famiglie non hanno neanche la possibilità di raggiungere i serbatoi d'acqua messi a disposizione dalle agenzie umanitarie".
"Inoltre i bambini si divertono a giocare e, adesso che siamo nella stagione delle piogge, amano saltare nelle pozzanghere o larvarcisi le mani. Giochi innocenti che però possono diventare letali se il colera si dovesse diffondre in città. I bambini sono più a rischio degli adulti di contrarlo, perché posseggono meno liquidi e anche perché alcuni di essi sono anche malnutriti".
"E' fondamentale accelerare la nostra risposta", conclude Lisa Laumann, "soprattutto sensibilizzando e mettendo al corrente le madri, che sono coloro che solitamente preparano da mangiare e si occupano dell'igiene dei bambini, sui possibili pericoli. La sorveglianza e la prevenzione sono fondamentali per arrestare la diffusione della malattia che al momento è presente ad appena 70 chilometri da Port au Prince".
Save the Children con oltre 800 operatori è al lavoro in favore della popolazione colpita dal terremoto, dalle ore immediatamente successive al sisma, con programmi di salute e igiene, nutrizione, protezione, microcredito e ricostruzione, a Port au Prince, Jacmel e Leogane.
Finora ha aiutato e sostenuto circa 682.000 persone di cui più della metà bambini.