Oggi, 25 ottobre, ricorre la "Giornata europea della giustizia civile" che la Commissione Europea e il Consiglio d'Europa hanno istituito a partire dal 2003 con l'obiettivo di render la "giustizia civile" alla portata dei cittadini europei. Il diritto civile è parte della vita quotidiana dei cittadini europei: lavorare, sposarsi, avere figli o acquistare beni e servizi. Ma i cittadini della giovane Unione Europea sono consapevoli dei loro diritti e di come funziona la giustizia civile?

La Giornata è stata istituita per evidenziare l'importanza dello Stato di Diritto che si fonda sulla separazione dei poteri così come coniata da Montesquieu. Il filosofo francese, nello Spirito delle leggi, pubblicato nel 1748, fonda la sua teoria sull'idea che "Chiunque abbia potere è portato ad abusarne; egli arriva sin dove non trova limiti. Perché non si possa abusare del potere occorre che il potere arresti il potere". Individua, inoltre, tre poteri (intesi come funzioni) dello stato - legislativo, esecutivo e giudiziario - così descritti: "In base al primo di questi poteri, il principe o il magistrato fa delle leggi per sempre o per qualche tempo, e corregge o abroga quelle esistenti. In base al secondo, fa la pace o la guerra, invia o riceve delle ambascerie, stabilisce la sicurezza, previene le invasioni. In base al terzo, punisce i delitti o giudica le liti dei privati".

Sembrerà banale ma ribadire che una giustizia dev'essere indipendente, imparziale e accessibile è ancor'oggi importante. E non solo per Bruxelles...

Quest'anno sarà indetto il premio europeo ''Bilancia di cristallo'' che ricompensa pratiche innovative ed efficaci in tema di organizzazione dei tribunali e di procedure giudiziarie nell'ambito delle giurisdizioni europee. Sarà inoltre presentato e reso pubblico il rapporto 2010 sulla valutazione dei sistemi giudiziari europei.

In questo rapporto si narra che in Italia è anche difficile divorziare. A fronte dei 25 giorni dell'Olanda, paragonabile ad un divorzio express o dei più che ragionevoli 206 giorni della Slovenia si nota che in Italia ne servono 634.

Un'altra tabella interessante è il numero di Procuratori. Nei paesi ex URSS (Bulgaria, Ungheria, Lituania e Moldavia) si arriva sino a 20-25 procuratori per 100.000 abitanti. In Italia non si raggiunge nemmeno il numero di 4 procuratori con staff ipertrofici. Fa quindi un po' sorridere quando qualcuno vanta successi politici in tema di giustizia.

Ultimo dato. Ma quanto spende in media lo Stato per un povero disgraziato che abbisogna d'esser tutelato davanti alla legge? A fronte dei 56 euro dell'Inghilterra o dei 32 euro della Norvegia o, ancora, ai quindici dell'Irlanda il Bel paese spende quanto un cappuccino con brioche: 1,5 euro. Servito al banco però.

Come presumo i lettori avranno già saputo dalle principali TV italiane, al fine di render noti questi ed ulteriori dati frutto di ricerca vi saranno in tutta Italia conferenze locali, giornate di studio, porte aperte ai tribunali, visite guidate, incontri con gli operatori della giustizia e iniziative destinate ai più giovani.

La giornata avviene in un momento delicatissimo per la giustizia in Italia. La prima commissione del Csm, a maggioranza, infatti, ha deciso di dare il via libera all'apertura di una pratica a tutela del pm milanese Fabio De Pasquale (che ha sostenuto l'accusa al processo Mills) e contro le affermazioni del premier sulla magistratura. Lo stesso, s'è garantito uno scudo retroattivo con il lodo Alfano. Forse è il caso d'interrogarsi se è ancor valida la dizione costituzionale: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". [A.G.]

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