E' uscito nei giorni scorsi nelle sale italiane il film di Luca Pellegrini con Pierfrancesco Favino, Fabio Volo e Claudia Pandolfi: una commedia che strizza l'occhio a "I soliti ignoti" per raccontare, in chiave farsesca, il disagio di chi non ha lavoro o di chi, sul lavoro, perde la vita
ROMA - Un precario "a vita", un lavoratore di Porto Marghera, un ricercatore universitario "stagionato" e una giornalista non proprio rampante. È questa la sgangherata banda protagonista di "Figli delle stelle" la pellicola di Lucio Pellegrini da oggi nelle sale italiane e che - inserendosi nella migliore tradizione della commedia all'italiana, in particolare quella mitica de "I soliti ignoti" - fonde insieme registro comico ed elementi tragici.
In questo caso, la disoccupazione e i morti sul lavoro. Nel cast spiccano Pierfrancesco Favino - dall'irresistibile dialetto ternano - nei panni di un insegnante "riciclato" come operatore in un autogrill, Fabio Volo, un portuale di Marghera che ha perso un collega per un infortunio sul lavoro, Giuseppe Battiston, un ricercatore universitario di lunga data, Claudia Pandolfi, giornalista tv, e Paolo Sassanelli, un uomo misterioso appena uscito di galera.La storia di questo eterogeneo gruppo di "scalcinati" - unito da una condizione di comune disagio nei confronti del presente - ruota intorno a un al tentativo di sequestro messo in atto ai danni del cinico ministro della Sanità (lo interpreta Fabrizio Rondolino), al fine di ottenere un riscatto risarcitorio per la vedova dell'operaio.
Tutto ha inizio, così, quando Toni (Volo) - dopo la scomparsa dell'amico - decide di partecipare a un confronto televisivo col politico. Ingenuo e idealista, davanti alle telecamere Toni non riesce a tener testa all'avversario e a manifestare la propria indignazione. Accompagnato dalla giornalista Pandolfi - animata dalla passione di dar voce ai più deboli - i due incontreranno nel loro cammino Pepe (Favino) e Ramon (Sassanelli), anche loro disillusi e "sconfitti" e, insieme, decideranno di attuare il sequestro. Ma la fortuna - ovviamente - non è dalla loro parte e, al posto del ministro, a essere rapito sarà un onesto sottosegretario (il sempre bravo GiorgioTirabassi). Da qui una catena di eventi che vedrà la banda fuggire in Valle d'Aosta, dove dovranno dividere il malloppo con una comunità montana."Ho voluto mettere un piede intorno alla realtà proprio come ha sempre fatto la commedia all'italiana", spiega Pellegrini, autore dei già fortunati "Allora mambo!" e "Tandem". "Il mio riferimento ideale è sempre stato Mario Monicelli.
La scelta è stata quella di raccontare certi personaggi non più giovani, ma neppure totalmente adulti, che vivono affondati nel precariato. Il desiderio di agire è la molla che li accomuna. La loro maledizione è, però, di essere dei bravi ragazzi e degli incapaci, degli antieroi. Ho provato anche a cogliere in questo lavoro lo spaesamento, l'amarezza e la delusione e la frustrazione dei nostri tempi bui e trasformarli in una commedia, dinamica, un po' folle".Pellegrini non nasconde, poi, l'apporto decisivo del cast, formato da "attori speciali che hanno contribuito fattivamente alla caratterizzazione di ciascun personaggio".
Una sintonia che hanno riconosciuto gli stessi attori. "Grazie a Lucio abbiamo la possibilità di parlare di un disagio, anche di riderci sopra", sottolinea Favino, "e questo film riesce oltretutto a rendere perfettamente quella strana sensazione di appartenere ogni giorno a due giorni prima, come se la velocità reale del mondo sia nelle mani di qualcun altro. E noi ci si ritrova ogni volta a dover rincorrere".Sensazione comune a Fabio Volo, che ha accettato la parte solo dopo essersi assicurato che avrebbe indossato "per tutto il film il giaccone jeans con il pelo, che mia madre aveva buttato anni fa senza chiedermi il permesso.
Un elemento vintage che fa pendant con il titolo stesso del film, ovviamente riferito all'omonima canzone di Alan Sorrenti. Tra gli indumenti cult non può mancare l'eskimo indossato per tutto il film da Giuseppe Battiston. "Ci tengo a dirlo", sottolinea in una delle battute più divertenti della pellicola. "L'ho comprato anni fa. Ero certo che, prima o poi, mi sarebbe tornato utile".(ec/roma)