I dati del "Rapporto Censis-Fondazione Serono". Nella popolazione prevale, in generale una percezione sociale lacunosa del fenomeno. Il 54,6%, poi, teme l'eventualità di trovarsi un giorno in questa condizione
Sono 4,1 milioni le persone disabili che vivono in Italia, secondo le stime del Censis e della Fondazione Cesare Serono, pari al 6,7% della popolazione. Il dato - reso noto oggi dal Centro studi investimenti sociali - è frutto della rilevazione a campione effettuata telefonicamente su 1500 persone e supera non di poco quello diffuso dall'Istat , lo scorso maggio.
Secondo l'Istituto di statistica, infatti, i disabili in Italia sarebbero 2,6 milioni, pari al 4,8 % della popolazione: il numero è riferito al 2004, in base all'analisi multiscopo sulle "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari", integrato con i dati dell'indagine sui "Presidi residenziali socio-assistenziali", che fa riferimento alle persone di età superiore ai 6 anni. "Le disabilita tra immagini, esperienze e emotività" è il titolo del primo rapporto di ricerca che il Censis dedica all'argomento e prende a riferimento le conoscenze su quattro tipologie di disabilita collegate a sindrome di Down, malattia di Parkinson, sclerosi multipla e autismo.
Il primo dato che emerge dallo studio è la consapevolezza spesso "falsata" di questo fenomeno. Qual è, infatti, il primo pensiero di fronte a una persona, giovane o adulta, con disabilita motoria? Secondo il 68,7% del campione potrebbe aver avuto un incidente, per il 14,2% si tratta di una malattia dalla nascita e per l'11,1% che potrebbe aver contratto una malattia neurologica in età.
Si tratta, dunque, per il Censis di una percezione lacunosa e distorta. "Sebbene gli incidenti rappresentino una causa frequente di disabilità, il fatto che solo un italiano su dieci pensa a patologie neurologiche (come la sclerosi multipla, l'ictus o la malattia di Parkinson), che invece hanno un peso rilevante nel determinare la disabilità nelle fasce d'età giovanili e adulte, è sintomo di una percezione riduttiva e deformata", si legge nel rapporto.
La maggioranza degli italiani, poi, ha una immagine della disabilità esclusivamente in termini di limitazione del movimento (62,9%), il 15,9% pensa a una disabilita intellettiva (il ritardo mentale o la demenza), il 2,9% a una disabilità sensoriale (sordità o cecità), mentre il 18,4% associa il concetto a un deficit plurimo, combinazione di due o più disabilita. Le persone disabili suscitano, ancora, in gran parte degli italiani sentimenti positivi: solidarietà (per il 91,3%), ammirazione per la loro forza di volontà e la determinazione che comunicano (85,9%), desiderio di rendersi utili (82,7%).
La meta del campione (50,8%) afferma di provare tranquillità di fronte a una situazione ritenuta "normale". Ma sono diffusi anche sentimenti controversi, imbarazzo e disagio. Il 54,6% degli italiani prova paura, per l'eventualità di potersi trovare un giorno a dover sperimentare la disabilità in prima persona o nella propria famiglia. Poi c'è il timore di poter involontariamente offendere o ferire la persona disabile con parole e comportamenti inopportuni (34,6%). Il 14,2% degli italiani afferma di provare indifferenza, perché il problema non li tocca minimamente. L'esperienza degli italiani in tema di disabilità, quindi, risulta oscillante tra sentimenti di partecipazione e di timore.
Ne consegue una difficoltà di approccio e di relazione che alimenta atteggiamenti di distanza e di rifiuto: secondo un quarto degli intervistati (23,3%), i disabili non sono minimamente accettati dalla società, per cui il loro destino è la solitudine. Il 66% degli intervistati, circa due terzi, afferma invece che la disabilità viene accettata solo a parole e non realmente dalla società, soprattutto se si tratta di disabilità mentale. Un'opinione più positiva è espressa solo dal 10,7% del campione, che ritiene che le persone disabili godano dell'aiuto e del sostegno di una società che li accetta totalmente.