Un'epidemia di colera si estende rapidamente nella capitale dell'Angola, Luanda e in altre zone del paese riporta Medici Senza Frontiere (MSF) che chiede urgentemente alle autorità angolane di dichiarare ufficialmente l'epidemia e prendere immediatamente tutte le misure necessarie per controllarla. Il numero totale di casi confermati di colera è fermo a 8.930, con 413 decessi e alla fine della settimana scorsa, quasi 250 nuovi pazienti arrivavano ogni giorno nei centri di trattamento del colera di MSF ma questa settimana il numero è raddoppiato, arrivando a quasi 500 nuovi casi al giorno. "Siamo preoccupati per il fatto che l'epidemia sia ormai fuori controllo" - afferma Richard Veerman, capo missione per MSF in Angola. "Il governo dovrebbe dichiarare ufficialmente l'epidemia di colera in quanto emergenza e richiedere immediatamente l'aiuto internazionale". Sebbene la collaborazione con il Ministero della Salute sia stata finora buona per le questioni amministrative, MSF chiede urgentemente che le autorità facilitino il rapido passaggio alla dogana di materiale di aiuto supplementare. Materiali cruciali per il trattamento del colera quali il Ringer lactato e il cloro devono essere infatti immediatamente disponibili poiché le scorte di MSF si stanno esaurendo.Dall'inizio dell'epidemia, quasi 5mila persone sono state trattate nei cinque centri colera di MSF a Luanda. MSF sta al momento aumentando le proprie attività in risposta all'epidemia inviando altro personale medico e materiale alle province di Bengo, Benguela, Curanza Norte e Malanga e ieri MSF ha aperto un centro colera a Bengo. Intanto circa 700 persone sono rimaste uccise dalla meningite in Burkina Faso e in Niger dall'inizio dell'anno mentre sono 7mila i casi recensiti dalle Nazioni Unite. Il Burkina Faso, con 616 decessi su 6.110 casi, cioè un tasso di letalità pari al 10% circa, è senza dubbio il Paese più colpito. Immediata la reazione dell'Organizzazione mondiale della sanità che già nelle settimane precedenti ha rilanciato una vasta campagna di sensibilizzazione e di vaccinazione nei distretti sanitari di entrambi i Paesi. E dopo due anni di lavori sta per aprire i battenti il nuovo centro sanitario di Kovè, nel sud del Togo, per le vaccinazioni contro il tetano, la meningite, la poliomielite ed il colera realizzato con donazioni private e con il contributo dell'agenzia Ansa che ha sostenuto la maggior parte delle spese. Il poliambulatorio che farà fronte ai bisogni sanitari di centinaia di persone a Kovè e nei villaggi vicini, sarà gestito dalla missione delle suore canossiane in loco e dai volontari del Voica (Volontariato internazionale canossiano) che hanno ideato il progetto e gestito i lavori di costruzione. Assistenza di base e punto di riferimento per le emergenze, questo l'obiettivo del centro: 1200 metri quadrati attrezzati con sale per visite mediche, un laboratorio di analisi, sala parto, studi dentistici e oculistici, stanze per malati gravi di Aids. Il personale medico e infermieristico sarà togolese con regolare contratto di lavoro ma saranno impegnati anche medici e infermieri volontari provenienti da vari Paesi del mondo. Al poliambulatorio di Kovè è dedicato uno speciale pubblicato sul sito Ansa con una scheda storico-geografica del Paese. [GB]

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