Il nostro Paese ha definito nel corso degli anni linee strategiche e operative di interventi per l'appropriatezza del percorso nascita e la sicurezza del parto, come indicato anche dallo schema del nuovo Piano sanitario nazionale 2010-2012, attualmente in discussione con le Regioni. Inoltre, sono in corso di emanazione linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo. I dati disponibili, illustrati di seguito, evidenziano il livello di sicurezza del nostro sistema sanitario.

Sicurezza del parto e dei percorsi nascita
I dati sulla mortalità infantile dimostrano un trend in continuo miglioramento a livello nazionale: dal 2001 al 2006, per i maschi si è scesi da 4,9 a 4,1 decessi per 1.000 nati vivi, mentre per le femmine si è passati da 4,2 a 3,2 decessi per 1.000 nati vivi.
Il dato della riduzione della mortalità infantile interessa tutto il territorio nazionale, anche se permangono differenze fra le regioni del Nord-Centro e quelle del Sud del Paese. Analoga situazione si rileva per la mortalità neonatale, che è pari al 2,35?.
Su 559.102 parti registrati dalle Schede di Dimissione Ospedaliera nell'anno 2008, la proporzione complessiva di parti cesarei è di 38,3%; tra le 474.468 donne senza pregresso cesareo, la proporzione nazionale scende a 29,0%. La proporzione a livello regionale di parti cesarei totali varia da un massimo di 61,9% in Campania (62% in più rispetto alla media nazionale) ad un minimo di 21,3% in Friuli Venezia Giulia (circa la metà della media nazionale).
Nel periodo compreso tra settembre 2005 ed agosto 2010, sono stati segnalati 40 casi di eventi sentinella relativi a mortalità neonatale e 21 eventi sentinella relativi alla morte materna al parto, a fronte di circa 2.800.000 parti nello stesso periodo di tempo.
Pertanto, questi dati consentono di dare una risposta di assoluta tranquillità in termini di sicurezza sia per la madre che per il neonato. A fronte di quasi 3 milioni di parti, sono stati segnalati solo 61 eventi sentinella materni o neonatali.

Sicurezza in corsia
La possibilità che anche nel migliore dei sistemi, con medici e personale competenti, possa comunque verificarsi un errore non è umanamente evitabile; tuttavia dai dati disponibili, sia pur con tutte le limitazioni che i sistemi di raccolta dati possono avere, emerge quanto segue:

Chirurgia
Nel nostro Paese, il sistema di monitoraggio degli eventi sentinella ha consentito di raccogliere, nel periodo compreso tra settembre 2005 ed agosto 2010, 119 eventi sentinella correlati ad attività chirurgiche. Occorre, tuttavia, sottolineare che in Italia i volumi di attività chirurgica rappresentano il 40,6% della totalità dei ricoveri per acuti. Nel quinquennio 2005-2010, a fronte di oltre 23 milioni di prestazioni chirurgiche erogate, sono stati segnalati solo 119 eventi sentinella correlati ad attività chirurgica.

Reazione trasfusionale conseguente ad incompatibilità ABO
Anche in questo caso, a fronte di 36 eventi sentinella segnalati nel periodo agosto 2005-agosto 2010 il SSN, nello stesso periodo di tempo, ha erogato prestazioni trasfusionali nella misura di oltre 11 milioni e mezzo, considerando solo i globuli rossi.

Trasporto emergenza 118 e triage in Pronto Soccorso
In questo caso, a fronte di 14 eventi sentinella riportati al sistema di monitoraggio relativi a problemi di trasporto e di triage in Pronto Soccorso, il SSN ha erogato prestazioni di soccorso 118 con trasporto in P.S. nella misura di circa 20 milioni di interventi, e oltre 150 milioni di cittadini hanno avuto accesso in Pronto soccorso nel periodo 2005-2010.

Ispezioni
E' in corso una intensa attività di ispezioni e analisi degli eventi sentinella nelle strutture sanitarie dove essi si verificano, tramite gruppi di lavoro congiunti tra Ministero, Regioni e Aziende sanitarie, e con la partecipazione di esperti del settore. Tali attività sono state istituzionalizzate in maniera formale a inizio legislatura.
Le aziende e le Regioni analizzano tutti gli eventi occorsi; di questi, il 20% viene analizzato da un "control team" misto Ministero-Regioni-Aziende sanitarie, con il coinvolgimento del Centro nazionale sangue, del Centro nazionale trapianti e di esperti di settore.

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