Migliaia di persone hanno preso parte alla marcia in memoria della deportazione degli ebrei romani avvenuta il 16 ottobre 1943 lungo il percorso dei deportati che dal Ghetto furono condotti al Collegio Militare a Trastevere prima di essere imprigionati nei treni con destinazione Auschwitz.

Il 16 ottobre 1943 durante l'occupazione nazista di Roma, oltre 1.000 ebrei romani furono presi e deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Solo un esiguo numero, 16 persone, tra cui una sola donna, tornarono alle loro case.

A 67 anni dalla deportazione degli ebrei romani, la Comunità di Sant'Egidio e la Comunità ebraica di Roma, come ogni anno dal 1994, hanno fatto memoria di questo tragico momento della vita della città, organizzando un "pellegrinaggio della memoria", per non dimenticare la deportazione avvenuta durante l'occupazione nazista.A questa memoria si sono unite migliaia di persone.
Tra queste tanti i giovani e gli immigrati. Una partecipazione così larga, in un momento in cui la città di Roma è stata scossa da episodi di grave violenza, rappresenta -come è stato sottolineato da alcuni interventi - un segno di speranza per la città.

Nel corso della manifestazione, hanno preso la parola: don Matteo Zuppi, della Comunità di Sant'Egidio; Riccardo Di Segni, Rabbino Capo di Roma,Riccardo Pacifici, Presidente della Comunità Ebraica di Roma; Mgr. Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei Cristiani; il vicesindaco di Roma, Mauro Cutrufo; Nicola Zingaretti, Presidente della Provincia di Roma; Renata Polverini, Presidente della Regione Lazio, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio.

Era presente anche il Presidente del Parlamento del Niger, che in questi giorni, con la Comunità di Sant'Egidio, ha partecipato ai lavori per uan risoluzione pacifica della transizione nel suo Paese.

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