Ci sono anche le Acli tra le associazioni impegnate nelle scuole italiane per la "Settimana contro la violenza", l'iniziativa promossa dal Ministero per le Pari opportunità in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione. Dall'11 al 16 ottobre, e poi fino alla fine dell'anno didattico, oltre 300 interventi in 100 scuole su tutto il territorio nazionale per dire no alla violenza ed educare studenti, genitori e insegnanti al valore della diversità. L'ambito di intervento delle Acli sarà quello in particolare dell'integrazione e della discriminazione razziale.

Fish (Federazione italiano superamento handicap), Telefono Rosa, Telefono Azzurro, Arcigay e Agedo (Associazione dei genitori degli omosessuali), insieme con l'Enar (European network against racism), sono gli altri partner del progetto "Contro la violenza: azioni di rete ed educazione". Le aree di intervento, oltre all'intolleranza razziale, riguardano il bullismo, l'omofobia e la discriminazione delle persone con disabilità.

L'obiettivo dell'iniziativa, giunta quest'anno alla sua seconda edizione, è avviare percorsi di sensibilizzazione, informazione e formazione sulle diverse forme di discriminazione; fornire strumenti agli operatori scolastici e ai genitori per il riconoscimento del disagio emotivo e psicologico degli studenti; contribuire alla diffusione dei numeri telefonici di pubblica utilità del Dipartimento per le Pari opportunità, in particolare il 1522 contro la violenza sulle donne, il 114 contro le violenze e gli abusi sui minori, il numero verde 800901010 e il contact center www.unar.it (quest'ultimo gestito proprio dalle Acli) contro le discriminazioni razziali.

Per il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, l'iniziativa del Ministero è «meritoria, perché attiva l'attenzione delle Istituzioni per la questione educativa, che andrebbe portata con maggior convinzione al centro della riflessione pubblica, dell'azione sociale e dell'impegno politico. Senza aspettare o inseguire l'ennesimo fatto di cronaca più o meno eclatante. Occorre invece costruire percorsi ordinari di educazione. Il pregio di questo progetto è quello di mettere insieme soggetti molto diversi ma tutti protagonisti dell'agire educativo e sociale. Di fronte alla sfida educativa, infatti, dobbiamo sentirci tutti corresponsabili

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