Nel corso dell'evoluzione il nostro organismo si è organizzato per ripararci dai danni che i raggi ultravioletti possono provocare al Dna, e che facilmente portano allo sviluppo di melanoma (tumore della pelle). I geni coinvolti nella riparazione del Dna sono oltre 300, a conferma di quanto questa azione sia complessa e fondamentale per la nostra sopravvivenza.

Difetti nei geni responsabili per la riparazione delle lesioni causate da raggi UV sono all'origine di diverse malattie genetiche. Tra queste, vi è lo xeroderma pigmentoso, o XP, i cui pazienti sono così sensibili alla luce da essere costretti a vivere perennemente al buio, per limitare il rischio di danni agli occhi e tumori della pelle, la sindrome di Cockayne, caratterizzata da invecchiamento precoce, o la tricotiodistrofia, che provoca ritardo nello sviluppo.

Un gruppo di ricercatori dell'Università degli Studi di Milano, coordinato da Marco Muzi Falconi e Paolo Plevani, ha individuato il meccanismo molecolare che sta alla base del processo di riparazione del Dna dai danni da raggi UV, soprattutto quando si tratta di danni particolarmente gravi o estesi, che potrebbero associarsi allo sviluppo di tumori.

Grazie a fondi AIRC - Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e Telethon, il team milanese ha descritto sulle pagine della rivista Molecular Cell in uscita il prossimo 8 ottobre in che modo una proteina denominata Exo1 individua le lesioni più pericolose e soprattutto attiva i cosiddetti checkpoint, i meccanismi di sorveglianza del ciclo cellulare che diventano essenziali soprattutto nei casi di lesioni più gravi e che svolgono un ruolo determinante nella difesa dai tumori.

Se le radiazioni UV sono limitate, un esercito di proteine interviene per eliminare il Dna danneggiato e sostituirlo con una nuova copia, in modo da far sopravvivere la cellula. Quando, invece, il livello di raggi UV assorbito è troppo elevato intervengono i checkpoint che, bloccando temporaneamente il ciclo cellulare, consentono alla cellula più tempo per riparare il Dna. I checkpoint costituiscono una barriera contro la formazione dei tumori e il loro malfunzionamento è una caratteristica comune delle cellule tumorali.

«Sono molte le patologie legate ai danni provocati dai raggi del sole», spiega Marco Muzi Falconi «e conosciamo molti dei geni responsabili, ma comprendere come lavorano nello specifico le proteine da loro codificate è un passo avanti molto importante, che può aiutarci nella prospettiva di applicazioni che potrebbero riguardare la prevenzione di varie patologie, tra cui i tumori."

Milano, 7 ottobre 2010

* M. Giannattasio, C. Follonier; H. Tourrière, F. Puddu; F. Lazzaro, P. Pasero, M. Lopes, P. Plevani, M. Muzi-Falconi, "Exo1 competes with repair synthesis, converts NER intermediates to long ssDNA gaps and promotes checkpoint activation". Molecular Cell, 2010.
Marco Muzi FalconiDipartimento di Scienze Biomolecolari e BiotecnologieUniversità degli Studi di MilanoTel. +390250315034Cell. 329 0850565email: marco.muzifalconi@unimi.it

Ufficio Stampa Università degli Studi di MilanoAnna CavagnaTel. + 390250312983email: anna.cavagna@unimi.it

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