L'imbarazzante assenza del nostro governo dalla Conferenza di Rifinanziamento del Fondo Globale per la lotta contro l'Aids, la Tubercolosi e la Malaria, dove porta solamente le solite promesse, finora mai mantenute

Como, 5 ottobre 2010. Alla viglia della Conferenza di New York del Fondo Globale, la Lega italiana per la lotta contro l'Aids ha scritto e indirizzato una lettera aperta al presidente del Consiglio e al Governo, sottoscritta dalle maggiori organizzazioni di lotta all'Hiv/Aids (Osservatorio Aids, Anlaids, Nadir, Gruppo Abele, Medici Senza Frontiere, European Aids Treatment Group di Bruxelles, e tanti altri, la lettera è reperibile nel sito www.lila.it).

Ancora speravamo che qualcosa a New York sarebbe accaduto, oggi apprendiamo che l'Italia non è ancora in grado di dire quando e come verserà al Fondo Globale i contributi già troppe volte promessi, e che non ha per il momento alcuna intenzione di annunciare quale sarà il suo contributo per il triennio 2011/2013, mentre altri Paesi stanno addirittura aumentando la loro quota.

L'Italia sta mettendo in gioco non solo la sua reputazione, ma la vita di milioni di persone.

Il Governo italiano ha deciso di restare fuori da ogni azione internazionale di lotta all'Hiv/Aids. Assente dalla Conferenza mondiale sull'Aids di Vienna del luglio scorso, assente oggi dal summit di New York sul rifinanziamento del Fondo Globale, inadempiente nelle sue promesse economiche, silente all'interno delle istituzioni europee dove pure è chiamato a partecipare attivamente, incapace di accogliere le indicazioni di documenti ufficiali e letteratura scientifica, il nostro Paese ha evidentemente scelto di sottrarsi a ogni confronto in materia di lotta all'Aids.

All'Italia è offerto un importante palcoscenico internazionale, nel 2011 sarà infatti la sede della Sesta Conferenza sulla Patogenesi della International Aids Society (il più importante appuntamento globale con la Conferenza mondiale sull'Aids), speriamo a questo punto che il nostro Paese ci arrivi perlomeno coi debiti saldati.

Perché le promesse mancate uccidono.

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