L'Unione europea approva nuove alternative alla sperimentazione di farmaci e sostanze chimiche sugli animali. Il comitato scientifico consultivo del Centro europeo per la convalida dei metodi alternativi (CECMA) ha approvato sei nuovi metodi di prova alternativi che consentiranno di ridurre il ricorso alla sperimentazione animale per alcuni farmaci e sostanze chimiche. I nuovi test, effettuati su colture cellulari anziché su animali, permettono di determinare la tossicità dei farmaci antitumorali e identificare i farmaci contaminati. Ogni anno vengono utilizzati 200.000 conigli per testare i farmaci prima della loro immissione sul mercato. Il nuovo metodo invece si avvale di cellule immunitarie umane coltivate in laboratorio, che sono in grado di riconoscere i batteri allo stesso modo del sistema immunitario. Oltre a ridurre il numero di animali necessari ai fini della sperimentazione, i metodi approvati oggi miglioreranno l'accuratezza dei test e contribuiranno così a rendere i prodotti più sicuri. Il compito del Cecma, che ha sede presso il Centro comune di ricerca della Commissione europea, è quello di sostituire e perfezionare i metodi di sperimentazione animale per i prodotti cosmetici, chimici e farmaceutici e ridurne la frequenza di utilizzo. Ai fini della loro applicazione nei laboratori europei, i test convalidati dal Cecma devono essere approvati dal comitato scientifico consultivo del centro di convalida, composto da rappresentanti dei 25 Stati membri, del mondo accademico, dell'industria e delle organizzazioni per la protezione degli animali. Uno dei test è mirato ad agevolare la definizione del dosaggio di alcuni farmaci ad elevata tossicità utilizzati nella chemioterapia per la cura del cancro, malattia che ogni anno provoca quasi un milione di decessi nell'Unione europea. Impiegando colture di midollo osseo di topo e cellule ematiche del cordone ombelicale umano, è stato messo a punto un test che permetterà di ridurre il rischio di sovradosaggio letale nel primo gruppo di pazienti cui sono stati somministrati i farmaci suddetti, rischio che i test preclinici attuali non permettono di identificare. Studi su scala internazionale hanno dimostrato che questo nuovo test offre un maggior grado di precisione rispetto alla sperimentazione animale, consentendo non solo di ridurre il numero di animali necessari, ma soprattutto di migliorare la sicurezza dei pazienti. Cinque dei nuovi test riguardano i batteri. Il nostro sistema immunitario assolve la funzione di proteggerci da tali organismi. Tuttavia esso non sa distinguere tra batteri vivi e morti e reagisce quindi anche nei confronti di questi ultimi o di parti di essi. Anche se sterilizzato, un farmaco non è necessariamente esente da qualsiasi traccia di batteri e può quindi produrre effetti collaterali quali febbre, sintomatologia dolorosa e stato di choc. «Accogliamo positivamente la decisione dell'Unione europea - dichiara Roberta Bartocci, responsabile vivisezione della Lav -. E ribadiamo che i metodi alternativi che vorremmo la comunità scientifica adotti sono quelli che sostituiscono l'utilizzo di animali, e non solo quelli che riducono le loro sofferenze. Constatiamo, però, che se a Bruxelles si lavora in questa direzione, in Italia il mondo accademico continua a dire che l'uso di animali è necessario. D'altronde al congresso mondiale sui metodi alternativi, che si è svolto nell'agosto scorso a Berlino, su 800 delegati di 45 paesi, non c'era nessun rappresentate delle università italiane».

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