Amnesty International ha affermato oggi che i governi non possono celebrare il World Habitat Day delle Nazioni Unite e allo stesso tempo ignorare un miliardo di persone che vivono negli insediamenti abitativi precari.
"Due settimane fa a New York, i governi hanno promesso di aiutare 100 milioni di persone che vivono negli insediamenti abitativi precari. Il problema è che lì ci vive più di un miliardo di persone, senza acqua, scuole, servizi igienico-sanitari e cure mediche" - ha detto Widney Brown di Amnesty International.
Gli sgomberi forzati di persone che vivono negli insediamenti abitativi precari hanno luogo in varie parti del mondo: le comunità rom vengono sgomberate da una parte all'altra d'Europa, gli abitanti degli insediamenti abitativi precari di Delhi, la capitale dell'India, sono sgomberati con la forza per fare spazio ai Giochi del Commonwealth e lo stesso rischio corrono più di 200.000 persone a Port Harcourt, in Nigeria.
L'ultimo Summit sugli Obiettivi di sviluppo del millennio non è stato in grado di chiedere ai governi di porre fine agli sgomberi forzati, malgrado sia evidente che questi sgomberi trascinino ancora di più le persone nella povertà e compromettano tutti gli Obiettivi di sviluppo del millennio. La dichiarazione finale del Summit ha invece chiesto ai governi di "ridurre la popolazione degli insediamenti abitativi precari", un'espressione che Amnesty International teme possa favorire ulteriori sgomberi forzati.
"Dalla Francia allo Zimbabwe fino alla Cambogia, abbiamo documentato come i governi stiano abbattendo le abitazioni delle persone tra le più povere dei loro paesi. Queste persone finiscono per essere dimenticate dalla legge, non ricevono un risarcimento e non hanno un posto dove andare a vivere" - ha detto Brown.
"È giunto il tempo per i leader mondiali di andare oltre la retorica che abbiamo ascoltato a New York e prendere immediatamente provvedimenti per proteggere i diritti delle persone che vivono negli insediamenti abitativi precari".
Amnesty International si occupa degli Obiettivi di sviluppo del millennio e degli insediamenti abitativi precari nell'ambito della sua campagna "Io pretendo dignità", che intende denunciare e combattere le violazioni dei diritti umani che rendono le persone povere e le intrappolano nella povertà. L'organizzazione per i diritti umani sollecita tutti i governi a porre fine agli sgomberi forzati, garantendo uguale accesso ai servizi pubblici alle persone che vivono negli insediamenti abitativi precari e la loro attiva partecipazione alle decisioni che influenzano la loro vita. La campagna mobilita persone di ogni parte del mondo affinché chiedano ai governi, alle grandi aziende e ad altri soggetti di ascoltare la voce di chi vive in povertà e riconoscere e proteggere i loro diritti.