Il Comitato Locale della Croce Rossa Italiana di San Rocco al Porto (Lodi) durante un'esercitazione tenutasi sabato 25 settembre sull'Isolotto Maggi ha reso potabile l'acqua del Po. Il personale della CRI, formato nel settore dei servizi igienici sanitari durante il Campo Scuola di Solferino 2010, ha trasformato il ghiaione che taglia in due il grande fiume in un mini impianto per la potabilizzazione delle acque superficiali.
 
La tecnica utilizzata sfrutta il vecchio criterio del pozzo d'infiltrazione: a una decina di metri dal corso del fiume, gli esperti della CRI, insieme al gruppo comunale della Protezione Civile, hanno scavato un pozzo profondo non più di un metro e mezzo permettendo che l'acqua coli all'interno, rendendo così possibile che le pompe la trasferiscano all'impianto di potabilizzazione della Croce Rossa Italiana in arrivo da Verona.
 
"Il sistema è lo stesso usato nelle situazioni di emergenza, consente di risparmiare tempo e reagenti chimici e di sfruttare al massimo la capacità produttiva dell'impianto" afferma Giuseppe Bolzoni, esperto in potabilizzazione delle acque della Croce Rossa Italiana. Infatti, lo stesso potabilizzatore impiegato per il Po è usato in Georgia, per dissetare i cittadini di Gorj, e ad Haiti per i terremotati di PortauPrince. "In caso di gravi emergenze i primi servizi a essere interrotti sono luce, acqua e gas - spiega il Commissario provinciale della CRI Paolo Montanini -. Potrebbe accadere ad esempio che in seguito a un'esondazione del Po il sistema di distribuzione dell'acqua smetta di funzionare e ci si comporterebbe come in emergenza".
 
Dopo aver realizzato l'impianto, il personale CRI ha provveduto a imbottigliare dei campioni di acqua . "Faremo un controllo preliminare dell'acqua in entrata e in uscita dall'impianto con un laboratorio portatile della Croce Rossa Italiana - ha aggiunto Montantini -, ma per le analisi approfondite interverrà Amiaque" la società pubblica che gestisce il servizio idrico della provincia.


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