Liberare le risorse finanziarie previste per la realizzazione del ponte per mettere, invece, in sicurezza il territorio e migliorare il trasporto ferroviario regionale sulle due sponde dello Stretto. E' con questa posizione che Legambiente ribadisce il suo no deciso al ponte e annuncia la sua adesione alla manifestazione nazionale prevista a Messina sabato 2 ottobre.

 "La drammatica alluvione che ha colpito esattamente un anno fa Giamplilieri e Scaletta Zanclea - dichiara Salvatore Granata di Legambiente Sicilia -, il dissesto idrogeologico alla base delle numerose frane registrate in Calabria e in Sicilia e, ultimo in ordine di tempo, il nubifragio abbattutosi su Reggio Calabria lo scorso 3 settembre dimostrano l'urgente necessità di interventi di messa in sicurezza di un territorio estremamente fragile e fortemente urbanizzato".

"E' in questa direzione - aggiunge il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - che vanno indirizzati i quasi 2 miliardi di euro di soldi pubblici che il governo intende impiegare per avviare la costruzione del Ponte sullo Stretto, un'opera palesemente inutile sotto il profilo trasporti stico, dannosa per gli effetti sull'ambiente e sulla cui fattibilità permangono peraltro dubbi non ancora risolti".

Ad illustrare la grave esposizione al rischio idrogeologico in Sicilia e Calabria sono i dati del rapporto "Ecosistema rischio" redatto dall'associazione ambientalista.

In Calabria 409 comuni su 409 sono a rischio di frane e/o di alluvioni; in Sicilia la percentuale dei comuni a rischio idrogeologico si attesta sul 70%, ma nella provincia di Messina raggiunge la punta dell'84%.

E il rischio idrogeologico non è il solo a rendere insicura la vita sulle due sponde dello Stretto: le città di Messina e Reggio Calabria sorgono su un territorio ad alta sismicità e le probabilità di un terremoto disastroso sono piuttosto alte. Secondo recenti studi, infatti, un eventuale terremoto di intensità pari a quello del 1908 distruggerebbe tra il 50% ed il 60% degli edifici esistenti nelle due città.

"Davanti a questa realtà e allo stato del trasporto ferroviario in Calabria e Sicilia - conclude Nuccio Barillà di Legambiente Calabria - la scelta di costruire il Ponte sullo Stretto si rivela velleitaria, al limite dell'irresponsabilità. Occorre fermare questa folle corsa che porta alla dissipazione delle risorse e alla devastazione dell'area dello Stretto e impiegare tutte le energie disponibili nella messa in sicurezza del territorio e per rendere efficiente un trasporto ferroviario regionale ai limiti del collasso".

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