Si avvicina la 46esima Settimana Sociale dei cattolici italiani, che si svolgerà a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre. Le Acli arrivano all'appuntamento, importante per la vita della Chiesa e del Paese, con un contributo di riflessione, di proposte e di buone pratiche, dal titolo Pensiero e opere dei cattolici italiani, che è stato raccolto in un documento, consegnato al comitato scientifico e organizzatore delle Settimane.

Di fronte al compito di stilare "un'Agenda di speranza" per l'Italia, il contributo delle Acli è stato articolato attorno a tre questioni cruciali: la lotta contro la povertà e l'esclusione sociale; la crescita del Paese a partire dal mezzogiorno; la priorità dell'educazione. La riflessione è accompagnata punto per punto da proposte, buone pratiche e impegni che le Associazioni dichiarano di assumere.

La scelta di queste tre questioni, approvata dalla Direzione nazionale delle Acli prima che fosse pubblicato il documento preparatorio delle Settimane, Cattolici nell'italia di oggi. Un'agenda di speranza per il futuro del paese, è in sintonia con i cinque problemi prioritari individuati dal documento.
La prima questione - lotta alla povertà e alla esclusione sociale - viene sviluppata facendo riferimento "all'obiettivo primario del welfare: creare le condizioni per tutti di una 'vita buona', degna di essere vissuta in tutte le condizioni e le stagioni".
Tra le proposte presentate dalle Acli su questo versante, quella di revisionare la Social card; adottare il conto di sicurezza sociale come forma di aiuto economico per integrare il reddito dei lavoratori che non riescono a raggiungere soglie decenti di retribuzione annua; sperimentare forme di reddito minimo di cittadinanza; incrementare il fondo per la non autosufficienza; chiedere il riconoscimento della soggettività fiscale delle famiglie. E, sempre in favore delle famiglie, promuovere misure di conciliazione riducendo i costi per i servizi di cura attraverso l'adozione del voucher universale.

Sulla seconda questione - la crescita del Paese a partire dal Mezzogiorno - le Acli richiamano il recente documento della Cei sul Mezzogiorno, sottolineando in particolare che "la realtà non omogenea delle Regioni del Sud dal punto di vista economico e sociale porta ad affrontare la questione meridionale quale questione de 'i sud' al plurale". Partendo da questo presupposto le Acli invitano innanzi tutto a "uscire dall'oscillazione che vede spesso contrapporsi sterilmente da una parte i detrattori del sud...e dall'altra coloro che preferiscono tacere o sottostimare i problemi tuttora irrisolti". Questo - secondo le Acli - "richiede da una parte di alimentare il pensiero e dall'altra di rinforzare tutte le reti esistenti: Retinopera, Forum Terzo Settore, Forum Famiglie".

Sulla terza questione, quella educativa, la Direzione nazionale delle Associazioni, sottolinea che "l'educazione si configura come un processo che coinvolge tutto il corso della vita ed è proprio dell'adulto, non meno che del giovane in formazione".  Per questo le Acli invitano "a riscoprirsi, invece, comunità educante, 'villaggio' che prende complessivamente in carico la crescita dei ragazzi" e individua come strumenti la formazione degli adulti, il rilancio di gruppi e attività associative e - da parte del mondo ecclesiale - una pastorale che integri meglio catechesi e iniziazione cristiana con i campi "più sociali" dell'attività pastorale.

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