In molti paesi a basso e medio reddito sono stati compiuti progressi significativi nell'accesso ai servizi per l'HIV/AIDS. Lo rivela il nuovo rapporto "Towards Universal Access", lanciato oggi da UNICEF, Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), e Programma congiunto delle Nazioni Unite per l'HIV/AIDS (UNAIDS).

Il rapporto, alla sua quarta edizione, monitora i progressi compiuti nel raggiungimento dell'obiettivo fissato per il 2010 di fornire l'accesso universale alla prevenzione, ai farmaci e alleterapie per l'HIV/AIDS.  

Il rapporto analizza i progressi compiuti nel campo della lotta all'HIV/AIDS in 144 Paesia basso e medio reddito nel 2009.

Dati principali del rapporto

15 paesi, inclusi Botswana, Guyana e Sudafrica, sono oggi in grado di fornire ad oltre l'80% delle donne sieropositive in gravidanza i servizi e le medicine per prevenire la trasmissione da madre a figlio dell'HIV
14 paesi, tra cui Brasile, Namibia e Ucraina, hanno fornito farmaci per l'HIV a oltre l'80% dei bambini sieropositivi che ne avevano bisogno
8 paesi, tra cui Cambogia, Cuba e Ruanda, hanno raggiunto l'obiettivo dell'accesso ai farmaci antiretrovirali (ART) per tutti i malati adulti

« In diversi paesi in ogni parte del mondo si sta dimostrando che è possibile garantire  l'accesso alle cure per tutti » ha affermato Hiroki Nakatani, Assistente del Direttore Generale per HIV/AIDS, Tubercolosi, Malaria e malattie tropicali dimenticate presso l'OMS. «Ma a livello globale l'obiettivo è disatteso. E noi dobbiamo unire le forze per tradurlo in realtà in tutto il mondo.»

Gli importanti progressi compiuti in Africa orientale e meridionale, la regione maggiormente colpita dalla pandemia, sono motivo di speranza. In questa regione, la copertura per il trattamento dell'HIV è aumentata dal 32 al 41% in un anno e  metà delle donne in gravidanza erano in grado di avere accesso ai test e ai consultori per l'HIV nel 2009.

« Siamo sulla strada giusta, stiamo dimostrando cosa funziona e dove dobbiamo lavorare di più » afferma Paul De Lay, Vicedirettore esecutivo dei Programmi per UNAIDS. «Ma abbiamo ancora bisogno di 10 miliardi di dollari USA. Alla conferenza per il rifinanziamento del Fondo Globale [per la lotta ad AIDS, malaria e TBC, ndr] che si terrà la settimana prossima a New York i paesi hanno l'opportunità di fare la cosa giusta, di fare un investimento intelligente e assicurare sostenibilità alla risposta globale all'AIDS.»

Nel 2009, nei Paesi in via di sviluppo, 5,25 milioni di persone hanno avuto accesso ai farmaci per l'HIV. Esse rappresentano solo il 36% del totale di coloro che ne avrebbero bisogno, ma dietro queste cifre si cela un importante progresso: tra dicembre 2008 e fine 2009 hanno ricevuto cure per la prima volta 1,2 milioni di malati, il maggior aumento mai registrato nell'arco di un singolo anno.

Gran parte dell'incremento si è verificato in Africa subsahariana, dove nel 2009 circa un milione di persone ha iniziato la terapia antiretrovirale (ART) e il numero complessivo è salto da 2,95 milioni a 3,91 milioni pari al il 37% dei malati.

Il tasso di copertura dei farmaci ART è del 50% in America Latina e Caraibi, del 31% in Asia orientale e meridionale, del 19% in Europa centrale e Asia centrale mentre Nord Africa e Medio Oriente fanno registrare i dati peggiori: appena l'11% dei malati ha accesso alle cure.

Donne e bambini

Progressi costanti si registrano anche nell'accesso ai servizi per la prevenzione della trasmissione da madre a figlio dell'HIV.

Nel 2009, a livello globale, il 53% delle donne incinte sieropositive hanno potuto accedere a questi servizi, che se erogati tempestivamente possono ridurre, se non azzerare, la tragedia dell'AIDS pediatrico.

Dal rapporto emerge che le cure per neonati e bambini necessitano di una maggiore considerazione. A fine 2009, la copertura globale su questo fronte era appena del 28%: un progresso significativo rispetto al passato, ma ancora inferiore a quello relativo agli adulti (36%).

Inoltre, soltanto il 15% dei bambini nati da madri sieropositive ha attualmente accesso a servizi di diagnostica appropriati.

« Ogni giorno, oltre mille neonati contraggono l'HIV durante la gravidanza, il parto e l'allattamento al seno. Oggi abbiamo le conoscenze per prevenire questo fenomeno » ha spiegato Jimmy Kolker, responsabile della sezione HIV/AIDS dell'UNICEF.

« Anche se molti Paesi stanno mostrando progressi significativi, sono necessari interventi urgenti per raggiungere tutte le madri e i bambini con i farmaci più efficaci e con i servizi per la prevenzione del contagio madre-figlio, al fine di garantire loro salute e benessere e per il futuro delle loro comunità.

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