Il presidente di Banca Popolare Etica, primo istituto di credito italiano interamente dedito alla finanza etica, Ugo Biggeri chiede al Governo Italiano di sostenere la proposta rilanciata in questi giorni dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, e dal premier spagnolo, Luis Zapatero, di introdurre una tassa con aliquota minimale sulle transazioni finanziarie con il cui gettito dare ossigeno alle politiche sociali, ambientali e di cooperazione allo sviluppo.
«La cifra messa in campo da tutti i governi per salvare la finanza in un solo anno da settembre 2008 a settembre 2009 è pari a 13mila 600 miliardi di dollari (stima Fondo Monetario Internazionale) ed è da 20 a 30 volte superiore di quello che gli stati ONU si erano impegnati a spendere per gli otto obbiettivi del millennio (povertà, istruzione, salute, diritti delle donne, acqua, ambiente). Soldi che per di più non sono stati trovati. Una micro tassa sulle transazioni finanziarie, pari per esempio allo 0,05% del valore di ogni transazione, potrebbe generare su scala mondiale un gettito di 655 miliardi di dollari l'anno: una cifra importante per rilanciare le politiche sociali degli stati duramente colpiti dalla crisi economica e per rivitalizzare le politiche di cooperazione allo sviluppo e il raggiungimento degli obiettivi del millennio, di cui si è discusso al summit ONU che si è appena chiuso a New York- dice Ugo Biggeri, presidente di Banca Popolare Etica - . Il Governo Italiano ha assunto una posizione attendista ribadendo in più occasioni, per voce del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, di quello degli Esteri, Franco Frattini e dello stesso presidente del Consiglio che una tassa sulle transazioni finanziarie sarebbe una sorta di utopia eticamente valida, ma irrealizzabile se non su scala mondiale. Invece diversi studi autorevoli (es. WIFO, 2008) hanno dimostrato che, anche se applicata solo nell'area euro, una tale tassa sarebbe già in grado di produrre un gettito significativo e di svolgere una funzione di regolamentazione dei mercati finanziari franando gli eccessi speculativi senza scoraggiare gli investimenti di medio-lungo periodo. Chi - come hanno fatto Tremonti e Berlusconi - afferma che una tassa sulle transazioni finanziarie applicata inizialmente in un'area ristretta del globo finirebbe con il dirottare i capitali verso altri mercati, non tiene in considerazione che la Gran Bretagna già applica una forma simile di tassazione, senza che la City di Londra abbia perso la sua capacità di attrarre investitori. La tassa in una prima fase potrebbe essere applicata alle sole operazioni più altamente speculative, come quelle degli hedge funds o quelle su titoli derivati che sono state all'origine della crisi finanziaria del 2008-2009 di cui tutti stiamo ancora pagando le conseguenze al Nord e ancora di più al Sud del mondo. Banca Etica aderisce alla campagna "zerozerocinque"1 che ha prodotto studi interessanti e posizioni che condividiamo e auspichiamo che il Governo Italiano approfondisca la questione e possa sostenere la proposta avanzata da Francia e Spagna».