"Il sistema criminoso messo in piedi in Abruzzo poteva essere una vera scure sulle buone pratiche di gestione dei rifiuti nella regione e l'affossamento di una delle migliori normative regionali in tema di rifiuti".
Legambiente commenta così l'inchiesta rifiuti, portata avanti dalla Procura di Pescara che ha condotto agli arresti domiciliari l'assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni e l'imprenditore Rodolfo Di Zio.
"Da quello che sembra emergere dall'inchiesta - ha commentato il presidente di Legambiente Abruzzo Angelo Di Matteo - questi amministratori e imprenditori avrebbero intrapreso un percorso teso a smontare la legge regionale in vigore, che consente l'incenerimento solo a fronte di una raccolta differenziata di almeno il 40% del totale, per perseguire i loro interessi e tra questi la realizzazione dell'inceneritore. Se fosse stato completato, questo progetto criminoso avrebbe rappresentato un grave danno anche per l'economia della regione che deve invece puntare su una gestione sostenibile dei rifiuti e quindi una maggiore raccolta differenziata".
Ufficio stampa Legambiente