Abusi e maltrattamenti sui minori: i dati parlano chiaro. Nel Lazio, su 975.000 minori residenti, in un anno, circa 600 sono rimasti vittime di gravi forme di violenza. Un bambino o adolescente su 1600, quindi, è stato abusato o maltrattato. Nel 2008 solo nella città di Roma le richieste di assistenza ai Servizi Sociali per questo genere di casi hanno riguardato 2.108 minori, il 72% dei quali di nazionalità italiana (Fonte Anci). Un panorama allarmante, che fa riflettere sulla necessità di continuare ad investire in servizi di prevenzione, intervento e cura. In questo contesto ha operato il Tetto Azzurro di Roma, gestito da Telefono Azzurro, divenendo punto di riferimento sul territorio provinciale per il contrasto di questi fenomeni.

11 anni dalla parte dei bambini, lungo un percorso di impegno, crescita e ricerca. Un'esperienza da raccontare e rilanciare nonostante l'imminente chiusura del Tetto Azzurro.

Il 30 settembre, infatti, il Centro Polifunzionale di Roma, in servizio h24 per l'accoglienza e la gestione in emergenzadi casi che coinvolgono bambini in situazioni di abuso sessuale, fisico, e psicologico, cesserà il suo servizio. 

A dicembre del 2009, la Provincia di Roma ha infatti annunciato la rivisitazione delle attività del Centro.

Il nuovo bando, pubblicato il 7 luglio scorso, ha previsto le sole attività di affiancamento e supporto agli operatori territoriali per la consulenza psico-sociale e di diagnosi e trattamento.

In alcun modo sono citati i servizi che hanno storicamente contraddistinto le attività del Centro, e lo hanno reso risorsa centrale e strategica nell'intervento di rete degli operatori e delle istituzioni del territorio: non è presente alcun riferimento all'Area Legale o allo Spazio Neutro, alla risposta H24 in emergenza  e alla Pronta Accoglienza, della quale era già stata anticipata la soppressione.

Stravolti così, dopo oltre 10 anni, il modello e gli strumenti di intervento, Telefono Azzurro ha scelto di non partecipare al bando, trovandosi di fatto costretto alla chiusura del Centro di Via Antonio Musa.

Durante questi 11 anni di attività, un Comitato Scientifico interistituzionale ha garantito l'eccellenza e il costante aggiornamento dei modelli applicati dal Tetto Azzurro; la collaborazione concentri internazionali che si occupano di abusi e traumi in età evolutiva ha permesso di utilizzare gli strumenti e le tecniche di intervento più innovative ed efficaci; la relazione con le Università, in particolare con La Sapienza di Roma, inoltre, ha reso possibile coniugare finalità operative di intervento e obiettivi di ricerca, elaborando e divulgando buone prassi per l'accoglienza, l'ascolto a fini giudiziari, la diagnosi e il trattamento.

Queste ragioni rendono particolarmente dolorosa la chiusura del Tetto Azzurro di Roma, il cui modello e la cui esperienza hanno consentito l'apertura di altri Centri, come quello di Treviso, in collaborazione con la Regione Veneto.

"La chiusura del Tetto Azzurro è un esempio delle difficoltà che ancora oggi caratterizzano il rapporto tra un non profit sempre più competente e qualificato e le diverse amministrazioni pubbliche. Quanto maggiore è la necessità di intervenire sul territorio secondo conoscenze locali e concrete, con rapidità e competenza (e non solo con la solidarietà), con interdisciplinarietà e commistioni di saperi, tanto più importante è il ruolo delle organizzazioni non profit.Questo significa che da una parte il non profit deve essere sempre più all'altezza di gestire sfide complesse per rispondere meglio ai nuovi bisogni emergenti, dall'altra le istituzioni devono rendersi sempre più partecipi di percorsi comuni nell'interesse della collettività dichiara il Presidente di Telefono Azzurro, Prof. Ernesto Caffo."

Per questo motivo, concluso il rapporto con la Provincia di Roma,Telefono Azzurro intende individuare le modalità più opportune per continuare a sviluppare la sua presenza nel territorio di Roma, nella sua Provincia e nella Regione Lazio, valorizzando le conoscenze, le esperienze e le importanti collaborazioni maturate in questi anni.

L'Associazione continuerà ad impegnarsi per accrescere le competenze presenti a livello territoriale e per promuoverne l'integrazione, condizione necessaria per la cura efficace del bambino vittima di abusi e maltrattamenti.

Telefono Azzurro manterrà il suo impegno nella ricerca, nella convinzione che ogni giudizio e ogni scelta operativa debbano scaturire da evidenze scientifiche suffragate da dati, controllati e verificati.

Quando si profila l'ipotesi di un abuso il bambino e la sua famiglia hanno diritto ad avere a propria disposizione i migliori esperti dei settori giudiziario e psico-socio-sanitario.

Nel suo stare dalla parte dei bambini, da oltre ventitrè anni, Telefono Azzurro continuerà ad impegnarsi affinché questo diritto sia sempre rispettato.

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