Amnesty International ha diffuso ieri un rapporto
in cui denuncia "operazioni coperte" in cui persone sono state arrestate o catturate, trasferite e detenute in segreto o consegnate ad altri paesi dove sono andate incontro a maltrattamenti e torture. La Cia ha usato compagnie aeree private e di facciata per mantenere la segretezza sui trasferimenti di prigionieri. Il rapporto "Al di sotto del radar: voli segreti, destinazione tortura e ?sparizioni'" (in inglese, pdf), rivela come la Cia, ricorrendo a compagnie private, abbia aggirato procedure che altrimenti l'avrebbero obbligata a dichiarare i propri piani di volo alle autorità dell'aviazione. Il rapporto dell'organizzazione per i diritti umani elenca decine di località in cui i voli che trasferivano prigionieri hanno fatto scalo o da cui sono decollati, e fornisce i nomi delle compagnie autorizzate ad atterrare nelle basi militari Usa situate in vari paesi nel mondo.
Amnesty International ha registrato un migliaio di voli direttamente legati alla Cia, molti dei quali hanno utilizzato lo spazio aereo europeo. Questi voli sono stati eseguiti sistematicamente dall'agenzia statunitense attraverso compagnie di facciata. Un altro elenco comprende circa 600 voli operati da aerei usati almeno temporaneamente dalla Cia. Il rapporto descrive nel dettaglio le destinazioni e l'appartenenza di specifici aerei serviti per trasferire prigionieri al di fuori del contesto legale. Un aereo, in particolare, ha fatto oltre 100 fermate a Guantánamo Bay. Un altro ha trasferito Abu Omar, catturato in Italia, dalla Germania in Egitto. I suoi proprietari hanno ammesso di aver noleggiato l'aereo alla Cia, aggiungendo che non è stato utilizzato solo da quest'agenzia. Tra il febbraio 2001 e il luglio 2005 ha effettuato 488 atterraggi e decolli.
"L'amministrazione Usa ha cercato di aggirare il divieto assoluto di tortura e di maltrattamenti in molti modi. Da ultimo, sta manipolando i regolamenti commerciali per poter trasferire prigionieri in violazione del diritto internazionale. Ciò dimostra fino a che punto gli Usa si stanno spingendo per nascondere questi sequestri" - ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. Il rapporto rivela parte del mistero che circonda le "consegne" (in inglese, renditions). La segretezza che avvolge le operazioni di trasferimento dei prigionieri rende impossibile sapere quante persone sono state sequestrate, trasferite da un paese all'altro, poste in detenzione segreta e torturate nel contesto della "guerra al terrore". Le notizie ottenute dai governi lasciano supporre che si tratti di centinaia di persone.
Lo scorso anno, il primo ministro egiziano ha affermato che gli Usa avevano trasferito solo in Egitto da 60 a 70 prigionieri. Un ex agente della Cia ritiene che gli Usa abbiano trasferito "centinaia" di prigionieri in carceri situate in Medio Oriente. Gli Usa hanno ammesso di aver catturato circa 30 prigionieri "di primo piano", la cui attuale ubicazione è sconosciuta. La Cia starebbe indagando su una trentina di cosiddetti "trasferimenti sbagliati", relativi cioè a sequestri eseguiti sulla base di prove inesistenti o a seguito di un errore di persona. Il rapporto presenta nuove informazioni sui "buchi neri" (termine con cui si indicano i centri segreti di detenzione), grazie alla testimonianza di tre cittadini dello Yemen, rilasciati recentemente dopo un incubo fatto di una serie di trasferimenti e durato due anni. I tre potrebbero essere stati detenuti in centri segreti situati in Europa orientale o in Asia centrale.
Muhammad al-Assad, Muhammad Bashmillah e Salah ?Ali Qaru hanno trascorso 13 mesi in un centro segreto di detenzione prima di essere riportati nello Yemen nel maggio 2005 e rilasciati quest'anno a marzo. "I loro sequestratori hanno fatto di tutto per impedire la localizzazione del centro segreto, ma il clima, gli orari delle preghiere e la durata dei voli da e per questo centro fanno ritenere che fosse situato in Europa orientale o in Asia centrale. Tuttavia, senza ulteriori informazioni da parte del governo statunitense o delle autorità europee è impossibile saperne di più" - ha detto Anne FitzGerald, ricercatrice di Amnesty International.
Il termine "consegna" indica un trasferimento illegale da un paese a un altro, secondo modalità che eludono la supervisione giudiziaria o amministrativa. L'obiettivo delle "consegne" nel contesto della "guerra al terrore" è solitamente quello di facilitare l'interrogatorio di sospetti al di fuori del contesto legale. "Una ?consegna' non significa solo trasferire persone sospettate di terrorismo da un luogo all'altro. Questa precauzione semantica nasconde i molteplici livelli di violazioni dei diritti umani che vi sono implicati" - ha sottolineato Irene Khan. "La maggior parte delle vittime delle "consegne" sono state in primo luogo arrestate e imprigionate illegalmente. Molte sono state sequestrate al di fuori di ogni contesto legale e sono msuccessivamente ?scomparse'. Tutte le persone che hanno subito questi sequestri e che sono state intervistate da Amnesty International hanno denunciato torture e maltrattamenti".
"La molteplicità, cinica e calcolata, di queste violazioni è scioccante. Le persone catturate sono state sottoposte a un'ampia gamma di abusi da parte di governi conniventi e tutto questo è avvenuto mediante la segretezza e l'inganno" - ha denunciato Irene Khan. Secondo Amnesty International, gli Stati che tollerano l'atterraggio di questi voli sul proprio territorio e le compagnie che li compiono possono essere considerati complici di gravi violazioni dei diritti umani. L'organizzazione sostiene che il trasferimento di ogni detenuto da un paese all'altro deve avvenire con adeguate garanzie, comprese la supervisione giudiziaria e l'uso di vettori ufficiali. "Per questo motivo, tutti i governi devono impedire le detenzioni segrete e le ?consegne', svolgere indagini e punire i responsabili" - ha concluso Irene Khan.
Amnesty International sollecita le autorità dell'aviazione a prendere misure concrete e immediate per assicurare che le compagnie aeree non noleggino vettori in circostanze in cui potrebbero essere usati per effettuare "consegne" di prigionieri. Alle compagnie spetta l'onere di dimostrare di essere a conoscenza dell'uso finale dei velivoli che noleggiano o che operano e di non facilitare le violazioni dei diritti umani.
Amnesty International invita a firmare un appello nel quale chiede ai governi che tutti gli aerei o gli elicotteri usati per portare a termine missioni dei servizi segreti siano dichiarati "voli statali", a prescindere dal fatto che si tratti di vettori dell'aviazione civile; che sia proibito l'uso dello spazio aereo e degli scali per le "consegne" dei detenuti e si indaghi in maniera approfondita su tutti i casi di sospette "consegne"; che sia rivelata la reale dimensione di queste pratiche e si conosca il destino di coloro che risultano ancora detenuti in località segrete.