Un risultato esaltante ottenuto senza avere dietro l'organizzazione di partiti politici che, per scelta precisa, non sono entrati a far parte del comitato promotore, ma hanno potuto scegliere di aderire alla campagna come esterni. L'ampio fronte che ha promosso i tre quesiti referendari contro la privatizzazione dell'acqua in tre mesi ha centrato un obiettivo in modo così pieno che, all'inizio di questa avventura, neppure i più ottimisti avevano sperato. Le file dei cittadini per firmare ai banchetti, l'adesione di amministratori di ogni colore politico, le mobilitazioni spontanee hanno segnato questi tre mesi veramente entusiasmanti. Ora attendiamo fiduciosi prima la pronuncia della Corte di Cassazione sulla regolarità delle firme raccolte e poi quella della Corte Costituzionale sull'ammissibilità dei quesiti.

Passate questi due fasi si arriverà alla precampagna e poi alla campagna referendaria vera e propria ed al voto nella primavera 2011. Felici del risultato, dobbiamo ora concentrarci sul prossimo obiettivo: convincere il 50% più 1 degli italiani a recarsi alle urne quando si terrà il referendum. Sarà molto dura anche perché, e ne abbiamo avuto prova durante la raccolta delle firme, le televisioni e la stampa non faranno molto per aiutarci ad informare i cittadini. Con la raccolta delle firme abbiamo però dimostrato che la mobilitazione dal basso, l'impegno costante e la bontà della proposta sono più forti di qualsiasi resistenza. Dobbiamo crederci perché è in gioco un bene primario come l'acqua e perché la partecipazione dei cittadini alla gestione dei beni comuni è l'arma più efficace per combattere sprechi e ruberie. Per fare il punto della situazione il 18 ed il 19 settembre si svolgerà a Firenze l'Assemblea nazionale dei movimenti italiani per l'acqua che deciderà anche le strategie per arrivare al voto nel migliore dei modi.

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