"L'Italia vive una situazione di profondo disagio" lo ha detto Andrea Riccardi , professore dell'università di Roma tre e fondatore della comunità S. Egidio, durante l'annuale incontro di studi delle Acli dal titolo "Italiani si diventa. Unità, federalismo, solidarietà" che si svolge a Perugia dal 9 all'11 settembre 2010.
Il disagio, secondo lo storico, dipende da una mancata "ridefinizione della nostra identità nazionale" e al peridio "di perenne transizione" che è seguito alla caduta del muro di Berlino quando l'Italia ha perso il ruolo di mediatore che aveva avuto durante la guerra fredda sia in politica estera che all'interno dei confini nazionali.
Tra i risultati di questa mancata identità nazionale, Riccardi annovera "la mancanza di visione" presente nella politica, "la fatica nel celebrare l'anniversario dell'Unità nazionale che la dice lunga sulla crisi della nostra cultura".
Il pensiero va alle celebrazioni del centenario dell'Unità, nel 1961 a Torino "dove tutto parlava di glorie risorgimentali, c'era la monorotaia che voleva dire che l'Italia correva sicura verso il progresso e lo sviluppo. Ho letto critiche su quelle celebrazioni, ma quella celebrazione diceva qualcosa al Paese, indicava una certezza sul passato e una speranza sul futuro".
Ulteriore conseguenza della mancanza di ridefinizione dell'identità nazionale, è infine, "il fenomeno leghista che non va paragonato con il nazionalismo catalano ma è il rifugiarsi nel territorio di fronte a una globalizzazione di cui gli immigrati sono solo un volto".
È un rifugiarsi che in alcuni casi sfiora "la caricatura" e il pensiero va ai rom: "Quando sento che 130-150 mila zingari rappresentano un problema di sicurezza per il Paese è una roba che mi stupisce".
L'Italia dunque ha bisogno di una "visione" sul futuro "che non sia contro, altrimenti dal conflitto di civiltà si va la conflitto quotidiano e l'unico modo di fare politica è il lancio delle pietre. Bisogna avere il coraggio di lanciare idee, non pietre, perché chi governa, oggi a tutti i livelli non ha idee".È la logica dello scontro che ha portato la politica a divorziare "dalla cultura per sposare i media, trasformandosi in una politica personalizzata, vuota e teatrante".
"Bisogna uscire da questa logica" ha concluso Riccardi "serve, quindi, una nuova alleanza con la cultura" e i cattolici, "durante i festeggiamenti dell'unità d'Italia devono insistere a tutti i livelli, sul tema dell'identità nazionale", "impegnarsi a costruire una nuova visione del futuro che è venuta a mancare" e soprattutto l'Italia deve tornare a essere un motore dell'Europa, si deve radicare in Europa" di cui è una dei fondatori.