Secondo un nuovo studio dell'UNICEF pubblicato oggi, la comunità internazionale può salvare milioni di vite investendo prima di tutto nelle comunità e nei bambini più svantaggiati.
Un simile approccio permetterebbe di affrontare anche le crescenti disparità che stanno accompagnando i progressi verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM).
Le nuove conclusioni vengono presentate in due pubblicazioni: lo studio "Narrowing the Gaps to Meet the Goals"(Ridurre i divari per raggiungere gli Obiettivi) e il rapporto "Progress for Children. Achieving the MDGs with Equity" (Progressi per l'infanzia. Raggiungere gli OSM con equità), il compendio annuale di dati dell'UNICEF sull'andamento verso i traguardi del 2015.
Anche se si stanno compiendo notevoli progressi (vedi i dati principali del rapporto)nell'impegno internazionale per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, nei prossimi cinque anni è necessario fare molto di più.
Maggiore giustizia, migliori risultati
Paragonando l'efficacia di differenti strategie sanitarie destinate ai soggetti più bisognosi, lo studio giunge alla conclusione che un approccio centrato sui bambini più poveri e svantaggiati aumenterebbe il numero di vite salvate.
«Le nostre conclusioni mettono in discussione il modo di pensare tradizionale, secondo cui concentrarsi sui più poveri non è economicamente efficiente», afferma Anthony Lake, Direttore dell'UNICEF. «Una strategia incentrata sull'equità produrrà non soltanto un successo dal punto di vista etico, ossia qualcosa che è giusto in linea di principio, ma anche un risultato concreto più efficace".
Lo studio è stato condotto in collaborazione con un gruppo di esperti indipendenti, che hanno definito le conclusioni tanto sorprendenti quanto significative.
«I risultati dello studio dell'UNICEF mi inducono ad affermare che concentrarsi sull'equità risulta convincente sia sul piano degli strumenti sia su quello dei valori», ha dichiarato Lawrence Haddad, Direttore dello stimato Institute of Development Studies del Sussex (Gran Bretagna), nonché autore del blog Development Horizons e componente del gruppo di lavoro di esperti esterni che ha revisionato la modellazione preliminare dello studio.
Ecco le principali conclusioni dello studio dell'UNICEF:
- un approccio incentrato sull'equità garantisce che le somme investite nella prevenzione rendano al massimo, riducendo notevolmente il numero di decessi infantili e materni e i casi di malnutrizione cronica, rispetto alle strategie tradizionali
- il rapporto stima che un investimento di un milione di dollari in interventi contro la mortalità infantile in un paese a basso reddito e a mortalità elevata, se condotto con accento sull'equità. consentirebbe di salvare fino al 60% di vite in più
- poiché le malattie, la malnutrizione e l'analfabetismo colpiscono soprattutto i bambini più poveri, fornire loro servizi essenziali può accelerare notevolmente i progressi verso il raggiungimento degli OSM e ridurre le disparità all'interno degli Stati
Un mondo di disparità
"Progressi per l'infanzia", il rapporto pubblicato ogni anno dall'UNICEF sui progressi compiuti verso il raggiungimento degli OSM, fotografa le disparità in diversi ambiti di riferimento: tra Paesi in via di sviluppo e industrializzati, tra le fasce sociali più ricche e quelle più povere, tra la popolazione rurale e quella urbana, tra i bambini e le bambine.
Dal rapporto emerge che:
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nei Paesi in via di sviluppo i bambini appartenenti al 20% (quintile) più povero della popolazione hanno più del doppio delle probabilità di morire prima di compiere 5 anni, rispetto ai coetanei che appartengono al 20% più ricco
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i bambini delle fasce sociali più povere hanno probabilità più che doppie di essere sottopeso, e corrono un rischio molto maggiore di arresto della crescita, rispetto ai bambini delle fasce più benestanti
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nonostante i grandi progressi compiuti nell'ultimo decennio verso la parità di genere nell'istruzione primaria, nelle regioni in via di sviluppo le bambine e le ragazze rimangono notevolmente svantaggiate nell'accesso all'istruzione, soprattutto a livello secondario.
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Degli 884 milioni di persone che non hanno accesso a fonti migliorate di acqua potabile, l'84% vive in zone rurali.
«La Dichiarazione del Millennio è stata emanata con l'obiettivo di migliorare la vita delle persone più svantaggiate nel mondo» dichiara Lake. «Noi auspichiamo che le conclusioni di questo studio possano influenzare la visione globale degli Obiettivi di Sviluppo del MIllennio e dello sviluppo umano in generale, aiutandoci a migliorare la vita di milioni di bambini.»
Il rapporto e lo studio dell'UNICEF vengono pubblicati in concomitanza con un rapporto di Save the Children intitolato "A Fair Chance at Life: Why Equity Matters for Children" che si concentra sull'OSM 4 (riduzione di due terzi della mortalità infantile tra il 1990 e il 2015).
Il rapporto di Save the Children esamina le disparità nei progressi in materia di sopravvivenza dell'infanzia che esistono tra i paesi ricchi e quelli meno ricchi di tutto il mondo. Afferma, inoltre, che raggiungere le comunità emarginate rappresenta la chiave per ridurre le disuguaglianze e conseguire l'OSM 4.