Numerose le domande e le proposte della società civile ai due schieramenti in vista delle prossime elezioni politiche (9-10 aprile). Innanzitutto vanno segnalate le "Dieci idee per un Paese diverso" avanzate dall'iniziativa "Cambiare si può". "Siamo cittadini e cittadine, organizzazioni e reti sociali, movimenti" - si legge nell'appello. "Non vogliamo rassegnarci alla fase difficile che il nostro paese e il mondo stanno attraversando. Sentiamo il diritto e il dovere di fare la nostra parte, mentre si avvicinano le elezioni politiche. L'Italia ha bisogno di un reale e profondo cambiamento". "Il nostro paese ha bisogno di un progetto non subalterno ai poteri e agli interessi forti, alle logiche di guerra, di sfruttamento e di ingiustizia che in questi anni hanno prevalso nel pianeta. Ha bisogno di un disegno sociale ed economico radicalmente diverso, sottratto alle logiche del liberismo e del profitto, capace di produrre risorse e di distribuirle in modo equo, di imporre una dimensione sociale ed etica al consumo e alla produzione. Un disegno sganciato da obbiettivi meramente produttivistici e di crescita quantitativa, mirato alla creazione di un valore aggiunto ecologico e sociale, di un'industria di qualità, pulita e di pace.
Lanciata da diverse settimane anche la campagna 'Addio alle armi!', promossa da una quarantina di gruppi e associazioni attive sui temi della pace e della nonviolenza, propone ai candidati una dichiarazione di intenti da sottoscrivere pubblicamente nel rispetto dell'articolo 11 della Costituzione e non solo l'impegno per il ritiro immediato dall'Iraq, ma la promozione di una vera cultura della pace che passi attraverso la riduzione delle spese militari, il monitoraggio delle banche che sostengono l'esportazione di armi italiane, l'appoggio ai corpi civili di pace e della difesa civile non armata e nonviolenta, la riconversione dell'industria bellica, lo sviluppo della ricerca per la Pace. L'iniziativa "Addio alle armi!" si propone quindi come punto di partenza per dare inizio a un percorso che non intende concludersi alla fine della campagna elettorale. "Il nostro tentativo vuole essere quello di valorizzare e rilanciare alcuni temi e proposte già presenti nelle esperienze e nelle campagne del movimento pacifista al fine di promuovere una comunicazione e una collaborazione costanti tra tutti coloro (cittadini, persone impegnate nei movimenti e nelle associazioni, parlamentari, ecc.) che ritengono necessario sviluppare una politica per la pace" - notano i promotori.
Il Cipsi - Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale che raggruppa 35 associazioni impegnate da oltre 30 anni nella cooperazione e nella solidarietà - invia una lettera aperta a tutti i candidati con la quale il presidente chiede loro di impegnarsi in un un nuovo approccio alla cooperazione "per sostenere la difesa dei diritti fondamentali e dei beni comuni ripartendo da principi di ri-distribuzione del potere individuale e collettivo. Inoltre circa la politica estera dell'Italia il Cipsi nota che "deve essere fortemente caratterizzata da una politica di relazioni internazionali e di cooperazione fra i popoli, eliminando, l'approccio della cooperazione come strumento e dandole invece una valenza d'insieme, di elemento di unità. A tal fine è indispensabile una Regia politica internazionale Etica - a garanzia di obiettivi di totale realizzazione di tutti i diritti fondamentali dell'uomo, di salvaguardia della vita umana, di costruzione e realizzazione di relazioni di pace, di solidarietà ed i cui fondi non devono finanziare nessun tipo di attività di carattere militare".
Greenpeace affronta il dibattito sul nucleare che considera "risposta sbagliata alla domanda di energia". "Quando il combustibile fossile sarà terminato, non si potrà che produrre energia con il nucleare": è con questa tesi che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è intervenuto di recente sul tema dell'energia. Secondo Greenpeace, "è invece un grave errore insistere sul nucleare: dopo anni di ricerca, il problema della gestione delle scorie non è stato ancora risolto. L'elettricità prodotta dagli impianti nucleari è quella più costosa tra le fonti energetiche convenzionali e l'uranio che serve allo sfruttamento dell'energia atomica è un combustibile fossile limitato. Si deve puntare piuttosto su efficienza energetica ed energie rinnovabili. Ma l'Italia, su questo fronte, ha ancora molta strada da fare". "Il nucleare copre oggi il 16 per cento della produzione di elettricità, ovvero meno del 7 per cento del fabbisogno globale di energia. Ai tassi attuali di consumo - senza considerare quindi un eventuale rilancio del settore - le riserve di uranio economicamente sfruttabili si esauriranno nel giro di 50 anni". Se l'energia nucleare non ha futuro, le scorie prodotte dagli impianti ne hanno fin troppo: rimangono in alcuni casi radioattive per decine e centinaia di migliaia di anni, con effetti disastrosi sull'ambiente e sull'uomo.
E la Lav ha passato al setaccio i programmi dei partiti e delle Coalizioni sulla questione dei diritti degli animali. Con lo lo slogan "il 9 e 10 aprile vota? per i diritti degli animali", la Lav ha analizzato i provvedimenti sugli animali decisi nella scorsa Legislatura, definita negativa per fauna selvatica e domestica e solo in parte illuminata dai provvedimenti contro i maltrattamenti degli animali e l'importazione di pelli di foca. L'Associazione traccia poi l'elenco dei cambiamenti importanti da sostenere nei prossimi cinque anni. "Prima di tutto il fatto che il prossimo Governo si doti di una politica positiva sugli animali con precise responsabilità e nuovi strumenti di attuazione, nel merito con atti fra gli altri contro vivisezione e allevamenti intensivi, per favorire una convivenza più solidale e informata con gli animali domestici e il riconoscimento del rispetto degli animali nella Costituzione". [GB]