ROMA - "La posizione del governo italiano in merito alla vicenda della condanna a morte dell'iraniana Sakineh Muhammadi Ashtiani è stata netta e non solo di principio: c'è stata un'iniziativa nei confronti del governo iraniano e lo stesso ministro Frattini mi ha riferito che nessuna decisione è stata presa". Le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, suonano come una risposta diretta alle accuse mosse da Teheran, secondo le quali Italia e Francia sbeglierebbero a politicizzare il caso della donna condannata a lapidazione. Il presidente della Repubblica ha parlato durante la conferenza stampa seguita alla visita di Stato della presidente finlandese, Tarja Halonen, al Quirinale. "La sollecitazione forte del nostro Paese - ha aggiunto Napolitano - continua a essere intensa in modo che non si compia un atto così altamente lesivo dei principi di libertà e di difesa della vita".

La giustizia iraniana, intanto, prosegue l'esame del caso della donna, la cui condanna a morte per lapidazione è stata sospesa lo scorso luglio. A confermarlo è il ministero degli Esteri di Teheran, Ramin Mehmanparast, in occasione del punto stampa settimanale. "La situazione della signora Mohammadi-Ashtiani è ancora sotto esame", ha detto. "Il verdetto (di lapidazione) per adulterio è stato sospeso e viene attualmente riesaminato. Un nuovo procedimento per omicidio e complicità in omicidio è all'esame della giustizia".

Ma le ultime dichiarazioni del figlio 1 non fanno ben sperare. E mentre la comunità internazionale continua a mobilitarsi 2 per le sorti della donna, madre di due figli e già condannata a 99 frustate, raccogliendo firme e protestando, il governo iraniano avverte che non permetterà che questo diventi "un caso politico e di diritti umani". "Alcuni dirigenti occidentali, inclusi i ministeri degli esteri di Francia e Italia, si sono inseriti nella vicenda ma purtroppo sulla base di informazioni false", ha concluso il portavoce Mehmanparast.

La comunità internazionale però non cambia posizione e, alle condanne dei singoli Paesi, si aggiunge quella della Comunità Europea. Il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso, in occasione del primo discorso sullo stato dell'Ue, tenuto davanti la Parlamento a Strasburgo, si è detto "scioccato per come i diritti delle donne vengano calpestati in certi Paesi, e sono scioccato di come Sakineh Ashtiani sia stata condannata alla lapidazione. E' un atto efferato". "Nell'Ue noi condanniamo questi atti, che non hanno giustificazione morale nè religiosa", ha aggiunto Barroso, sottolineando come per l'Ue "i diritti umani non siano negoziabili". Il presidente ha anche ribadito che "in Europa non c'è posto per il razzismo e la xenofobia. Su questioni così delicate tutti dobbiamo agire con sensibilità e non risvegliare i fantasmi del passato". "I governi devono rispettare i diritti delle minoranze", ha aggiunto, riferendosi indirettamente alla questione delle espulsioni dei rom attuate dalla Francia.

Dopo aver ricordato che la costruzione di un'area di libertà, sicurezza e giustizia è un obiettivo "fondamentale" per l'Europa, Barroso ha anche sottolineato che "tutti i cittadini devono rispettare la legge e i governi devono rispettare i diritti umani, compresi quelli delle minoranze". Gli immigrati regolari, per Barroso, troveranno un'Europa dove i valori umani sono rispettati e applicati. Ma contemporaneamente si agirà per combattere lo sfruttamento dell'immigrazione illegale. La Commissione, ha detto ancora, presenterà nuove proposte per il controllo delle frontiere esterne.

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