Milano, 02/09/2010. "Le famiglieitaliane sono sempre più indebitate, non ce la fanno a pagare mutuoed affitti, non possiamo pensare che si trovino da sole a sostenereuna scuola sempre più in crisi, senza che intervengano leistituzioni".

E' questo l'appello lanciato daLucia Moreschi e dal Dipartimento Junior del Movimento Difesa delCittadino che di fronte alla grave situazione economica dellefamiglie italiane, sottopone al Ministro Gelmini e all'opinionepubblica, anziché il consueto monitoraggio sui libri scolastici, unafotografia della situazione italiana, sulla quale chiede unconfronto.

INDEBITAMENTO DELLE FAMIGLIE AL 102%

"I dati parlano da soli: crescel'indebitamento medio delle famiglie italiane, dal 2002 ad oggi del102%[1] . Per molti nuclei familiari diventa oneroso pagare l'affittoe fare la spesa, come sta succedendo anche in molte città del nord,dove sono in aumento le richieste di aiuto agli Enti di solidarietà".

"In questa situazione di difficoltài genitori non stanno certo rinunciando ad acquistare libri di testo,computer e materiali didattici necessari per i loro ragazzi -continuala responsabile del Dipartimento Junior del Movimento Difesa delCittadino- ma sono sempre più quelli che devono ricorrere aicontributi regionali per il sostegno al reddito e alle spesescolastiche, con un forte divario tra nord e sud".

DIVARIO TRA NORD E SUD
Un esempio? Secondo i dati dellaRegione Lombardia, sono aumentate del 65% in due anni, le famiglieche hanno richiesto la "dote scuola" per sostegno al reddito.Pari al 30 % della popolazione studentesca regionale. E il contributo verrà erogato fortunatamente proprio in questi giorni, primadell'inizio dell'anno scolastico.

Mentre le cose vanno moltodiversamente in Sicilia. Le famiglie che attendono il buono scuolaper l'anno scolastico 2008/2009 (esatto: a/s 2008/2009) ad oggi,sono in attesa di scoprire se la loro domanda sarà ammessa erientrerà nei nuovi criteri di ammissione definiti dall'Assessoratoregionale il 20 maggio 2010[2] .

"Come le famiglie, la scuolapubblica è povera di risorse: dalle segnalazioni che riceviamo, nonc'è istituto statale che non chieda ai genitori un sostegnoeconomico aggiuntivo per le spese ordinarie, per le fotocopie,materiale didattico e per la pulizia".

Di fatto l'anno scolastico, è sottogli occhi di tutti, si sta aprendo, nell'ottica della"razionalizzazione" con meno scuole, meno docenti, ma più alunnivisto che la popolazione scolastica è passata da 7.768.071 del 2008a 7.804.711 nel 2009. Alunni che rischiamo però, di essere piùvisti come un costo che come le reali risorse per rilanciare ilfuturo del paese.

PIU' QUALITA', PIU' RISORSE PERLA SCUOLA PUBBLICA

Lo stesso Ministro Gelmini ha ricordatocome siano ben 6.116 gli euro previsti per ogni iscritto alle scuolestatali (mentre il contributo per ogni ragazzo iscritto ad una scuolaparitaria è pari a 584 euro). Forse troppi, di questi tempi, macerto pochi per rendere la scuola italiana all'altezza della mediaeuropea.

"In ogni caso concordiamo con ilMinistro Gelmini, quando si parla bisogno di innalzamento dellaqualità della scuola e sulla necessità di un comune livello divalutazione nazionale, ma ciò deve andare di pari passo con gliinvestimenti reali " , continua Lucia Moreschi.

DIMINUISCONO LE ISCRIZIONI ALLE SCUOLEPARITARE IN LOMBARDIA
E in tempi di diminuzione di "temposcuola", insegnanti e attività formative nelle scuole pubbliche,diversi genitori hanno iscritto i propri figli alle scuole paritarie.Una possibilità, però, sempre più riservata a pochi eletti, visto l'elevato costo delle rette. Basti pensare che la differenzaper la retta annuale per la scuola dell'infanzia, tra una statalee una paritaria può arrivare al 300%.

Tanto è vero che solo in Lombardia,nel 2010 diminuite dello 0,8% le domande dei buoni scuola peraccedere agli istituti privati parificati, presentate in Regione.

"Sono dati che devono far riflettere-conclude la responsabile di MDC Junior- non pensiamo che si possauscire da questa situazione chiedendo ai genitori di finanziare lascuola pubblica o la scuola paritaria, se non sono in grado diprovvedere alle spese di prima necessità, come il vitto el'alloggio".


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