Venerdì 3 settembre sarà presentato alla 67ma Mostra del Cinema di Venezia "Il sangue verde", di Andrea Segre, prodotto da ZaLab, coprodotto da Aeternam Films e patrocinato dalla Sezione Italiana di Amnesty International. La proiezione avrà luogo alle ore 22 nella Sala Volpi, nell'ambito delle Giornate degli autori. La proiezione per la stampa si terrà domani, mercoledì 1 settembre, alle 17.15.
"Il sangue verde" ricostruisce gli eventi e le violenze di Rosarno del gennaio 2010 attraverso il racconto di sette migranti africani. Girato tra Rosarno, Caserta e Roma, propone un resoconto di quei giorni e di quelli che seguirono raccogliendo le voci di chi, pur protagonista, viene spesso lasciato nel silenzio, restituendo così la dignità del racconto in prima persona ad Abraham, John, Amadou, Zongo, Jamadu, Abraham e Kalifa. Tutti parlano, senza rancore, di cosa è successo dal loro punto di vista e descrivono com'era, e com'è ora, la loro vita in Italia.
Gli scontri di Rosarno, e il successivo trasferimento forzato di oltre un migliaio di migranti che vi abitavano, hanno mostrato come la tratta e lo sfruttamento lavorativo dei migranti e l'assenza di misure concrete contro la xenofobia e il razzismo costituiscano una miscela esplosiva, che mette a rischio i diritti umani di tutti.
La tratta e lo sfruttamento dei migranti hanno fatto sì che migliaia di persone nella zona di Rosarno lavorassero per pochi euro all'ora e vivessero in dormitori senza elettricità, acqua potabile e riscaldamento. Parallelamente, la criminalizzazione dei migranti irregolari prodotta dalle norme del "pacchetto sicurezza" ha reso queste persone ancora più vulnerabili, limitando il loro accesso all'impiego, all'alloggio e ai servizi essenziali e, contemporaneamente, scoraggiandoli dal denunciare le violazioni dei diritti umani subite.
Per questi motivi, successivamente agli scontri, Amnesty International espresse il timore che le autorità italiane non stessero tutelando la dignità e i diritti economici e sociali dei migranti, né li stessero proteggendo dalla violenza xenofoba, e chiese all'Italia di dare priorità alla lotta contro i crimini motivati dall'odio e dal razzismo, di contrastare efficacemente la tratta di esseri umani fornendo assistenza alle vittime, di invertire la linea introdotta dal "pacchetto sicurezza" che aveva reso un reato l'immigrazione irregolare, e di garantire a tutti i migranti l'accesso a condizioni di vita dignitose.
Questi temi sono ancora attuali e l'approccio alle questioni dell'immigrazione, tuttora spesso centrato sulla retorica anti-immigrati e sui respingimenti a ogni costo, rende "Il sangue verde" un documento prezioso da guardare e da ascoltare.
Gli scontri di Rosarno iniziarono dopo che gli occupanti di un'automobile avevano sparato contro due migranti con un fucile ad aria compressa. Dopo questo episodio, diverse centinaia di migranti diedero vita a una manifestazione lungo le vie della città, protestando contro il trattamento discriminatorio e le misere condizioni di vita, dando fuoco a delle vetture e scontrandosi con la polizia. Il giorno dopo, gli abitanti di Rosarno bloccarono la circolazione e occuparono la sede del Municipio. Due migranti furono colpiti con spranghe, cinque volutamente investiti e due feriti con fucili a pallini. Al termine degli scontri, 53 persone tra migranti, rosarnesi e agenti di polizia dovettero ricorrere a cure ospedaliere. L'ordine venne ristabilito dopo la partenza della maggior parte dei lavoratori migranti, centinaia dei quali trasferiti dalle autorità, e la successiva demolizione di molti dei rifugi temporanei che erano stati da loro occupati in strutture ed edifici abbandonati.