Martedì 24 agosto è stata la giornata del raccoglimento e della preghiera. I cristiani del Pakistan vi hanno aderito su invito del presidente della Conferenza episcopale del Paese asiatico, monsignor Lawrence Saldanha. Nell'ora del «più grande disastro naturale» della storia del paese, ha dichiarato il presule, «è nostro dovere di cristiani rimanere fianco a fianco con i nostri fratelli musulmani e indù per fronteggiare la calamità comune con coraggio e determinazione».
Le parole di monsignor Saldanha suggellano l'impegno della Chiesa e della rete Caritas a favore delle popolazioni colpite dalle alluvioni. Ai danni umani (migliaia di morti, milioni di sfollati, 20 milioni di persone colpite) e infrastrutturali (edifici pubblici e privati distrutti, vie di comunicazione interrotte) si aggiungono i guasti arrecati all'agricoltura del paese: nel solo Punjab almeno 1,7 milioni di ettari di campi coltivati sono stati danneggiati o distrutti, molti dei quali coltivati a riso, base dell'alimentazione nazionale.
Governo e agenzie umanitarie stanno producendo intensi sforzi per fare fronte ai bisogni, ma intanto - come confermato da tutti gli operatori umanitari, compresa Caritas Pakistan - moltissime comunità non sono state ancora raggiunte, in particolare nelle regioni del Sindh e del Punjab, e altre sono raggiungibili con difficoltà. Tra coloro che soffrono maggiormente ci sono le madri in fase di allattamento e i bambini al di sotto dei 5 anni di età. Rimangono molto forti anche le necessità di ricoveri provvisori e di attrezzature per l'approvvigionamento di acqua pulita, unico baluardo contro il rischio del diffondersi di epidemie.
Intanto, le agenzie umanitarie e la rete Caritas segnalano altri effetti preoccupanti delle alluvioni. Il disastro ha infatti causato anche una fiammata dei prezzi di tutti i beni di prima necessità. Inoltre, il movimento di migliaia di sfollati sta causando una fortissima pressione logistica e sociale su città e territori che non sono stati direttamente toccati dalle inondazioni.
Caritas Pakistan, con il supporto delle altre Caritas, tra cui anche Caritas Italiana, sta proseguendo il suo intenso lavoro di assistenza alle vittime delle alluvioni in cinque diocesi colpite (Multan, Quetta, Faisalabad, Rawalpindi-Islamabad e Hyderabad). Funziona ormai a pieno regime il programma di emergenza, messo a punto per i primi tre mesi, che vede impegnati sul territorio centinaia di operatori e volontari e che raggiungerà almeno 250 mila persone, cristiane e musulmane. Il programma prevede la fornitura di cibo e tende, interventi di prima assistenza sanitaria e medica, la riparazione dei sistemi di approvvigionamento di acqua, la ricostruzione di alcune infrastrutture. Seguirà, nei mesi successivi, un più robusto e articolato piano di interventi di ricostruzione e assistenza di vittime e sfollati, cui parteciperà anche Caritas Italiana.
Roma, 26 agosto 2010
Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite
C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: Pakistan.
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
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UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma - Iban: IT 50 H 03002 05206 000011063119
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Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma - Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384
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Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113
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CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d'ufficio)
comunicazione@caritasitaliana.it - www.caritasitaliana.it

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