Gli incendi che in questi giorni stanno devastando la Russia portano con sé incalcolabili danni ambientali che ricadranno sugli equilibri naturali, climatici ed economici,Gli incendi che in questi giorni stanno devastando la Russia portano con sé incalcolabili danni ambientali che ricadranno sugli equilibri naturali, climatici ed economici, non solo in Russia ma anche a livello globale.
Sulla base di alcune stime riportate nel TEEB (il più autorevole studio che si sta occupando dell'Economia degli Ecosistemi e della Biodiversità" il cui rapporto definitivo verrà reso noto nell'ottobre 2010, www.teebweb.org) il WWF calcola che siamo già vicini alla soglia dei 200 milioni di dollari solo sul fronte dello stoccaggio del carbonio, ovvero la capacità delle foreste di trattenere CO2, un contributo "naturale" insostituibile nella lotta globale ai cambiamenti climatici.
Nell'area tra San Pietroburgo e Mosca, compresa tra i 40 e i 55 gradi di latitudine, si trovano infatti le aree forestali che nel continente europeo sono in grado di trattenere la maggiore quantità di carbonio. Il valore che le foreste hanno nello stoccare il carbonio, e quindi nel mitigare l'incremento dell'effetto serra naturale è immenso e difficilmente quantificabile a livello economico, ma secondo i dati riportati dal TEEB, per ogni ettaro di foresta questa capacità ha un valore di 728,56 dollari a latitudini di 35-45° fino a 1.272,85 dollari per ettaro alle latitudini da 45 a 55°.
Considerando quindi una media di 1.000 dollari per circa 190.000 ettari di boschi colpiti dalle fiamme, che quindi non potranno più trattenere CO2 e anzi la stanno liberando, il conto è presto fatto.
A questo dato vanno poi aggiunti altri parametri difficilmente quantificabili, come la perdita di biodiversità - che in questi boschi è ricca di lupi, orsi, martore, linci, cervi caprioli e di un gran numero di rapaci - e dei servizi naturali che le foreste sono in grado di fornire, come il cibo e le risorse forestali, la regolazione del clima e del ciclo dell'acqua, la protezione da eventi catastrofici e dissesti idrogeologici per fare solo alcuni esempi.
Senza contare le ricadute sulla salute umana e i danni economici legati al valore commerciale dei terreni e del legname andati in fumo e alla diminuzione della produttività agricola già oggi definita senza precedenti per la Russia. Un tempo le foreste erano in grado di assorbire più facilmente eventi come questi ma oggi la mano dell'uomo ha diminuito fortemente la loro resistenza, per esempio attraverso infrastrutture sempre più impattanti, il taglio illegale di legname, la distruzione delle zone umide e la generale frammentazione del territorio.
Eppure investire nella conservazione sarebbe un vero affare visto che, sempre secondo i dati riportati dal TEEB, per un investimento annuo di 45 miliardi di dollari, pari a circa un sesto di quanto necessario alla conservazione di tutti i servizi ecosistemici del mondo, potremmo proteggere servizi naturali per un valore approssimativo di 5 mila miliardi di dollari all'interno di aree protette: un eccellente rapporto costi-benefici di 1:100.
Basterebbero inoltre 5,75 dollari per ettaro ogni anno per 10 anni per ampliare la conservazione forestale a tutte le aree prioritarie a livello mondiale. Se per avere un'idea applicassimo questi dati alla situazione della Russia, approssimando per difetto potremmo già essere nell'ordine di danni dovuti alla perdita di biodiversità pari a circa 110 milioni di dollari.
Il WWF Russia ha inoltre denunciato come le leggi per la gestione delle foreste russe affidino ai gestori dei terreni circostanti le costose misure di prevenzioni incendi che quindi restano troppo spesso inapplicate.