Proporre una tassa sui cortei è una scelta irricevibile. E' questo il commento del Segretario Confederale della CGIL, Enrico Panini, alla notizia che il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, stia progettando "una sorta di tassa sulle grandi manifestazioni". Il contributo economico in questione, secondo il primo cittadino della Capitale, dovrebbe servire a coprire alcune spese oggi a carico del Comune, ma che invece nella realtà, spiega Panini, "rappresenta una vera e propria tassa sulla democrazia, altro che 'contributo sui servizi' come la chiama il Sindaco di Roma". Una tassa, prosegue il dirigente sindacale "sbagliata ed immotivata, considerato che si chiederebbe di pagarla a lavoratori, pensionati, disoccupati, cassaintegrati, precari rispetto ad un diritto, quello di poter manifestare le proprie convinzioni, che è tutelato dalla Costituzione".Il Segretario Confederale della CGIL ha ricordato, inoltre, che la questione dei cortei e delle manifestazioni a Roma è già stata regolata di recente dalle diverse organizzazioni politiche, sindacali e associative con il Sindaco Alemanno attraverso un accordo siglato dalle parti sociali. "Un accordo - sottolinea Panini - sottoscritto per tenere insieme diritto a manifestare e diritti dei cittadini residenti a Roma". Un protocollo, quello sui cortei nella Capitale, che "ha dimostrato di funzionare nonostante i tentativi del Sindaco di modificarne unilateralmente alcuni contenuti successivamente alla firma". "Non si capisce - ha concluso Panini - perché puntualmente si riapra la questione, salvo che non si voglia arrivare ad affermare che progressivamente la capitale del Paese deve chiudersi alla democrazia".Sulla vicenda è intervenuto anche il Segretario Generale della CGIL di Roma e Lazio, Claudio Di Berardino, che, nel bocciare l'ipotesi di tassa, ha voluto invitare il Sindaco di Roma a riconsiderare la sua proposta. "Se il tema - spiega Di Berardino - sono i trasferimenti finanziari dal Governo a Roma, allora affrontiamolo senza fare cassa con i cittadini e i manifestanti". "Altrimenti - conclude il Segretario CGIL di Roma e Lazio - ci sarebbe un danno palese alla democrazia e alla partecipazione".