La mostra «Essere e tempo. Riflessioni su un tempo in-sospeso» è organizzata dal Progetto Odòs, una casa di accoglienza per detenuti ed ex detenuti. Allestita nel foyer del Comune di Bolzano, in vicolo Gumer 7, rimarrà aperta sino al 20 agosto: gli orari coincidono con gli orari di apertura dello sportello del cittadino.
«La persona nella sua totalità non ha solo bisogni materiali - spiega Pio Fontana, direttore della Caritas diocesana e presidente della Fondazione Odar - ma ha anche la necessità di comunicare, di esprimere quello che ha dentro: il nostro compito è quindi far conoscere ai nostri concittadini il mondo nascosto delle persone in difficoltà per aiutarli a comprendere che dietro ai problemi ci sono sempre delle persone, con i loro bisogni».

La mostra, un «percorso di pensiero» suddiviso in sette parti, è stata realizzata dagli ospiti di Odòs («che in greco significa proprio "percorso") nel laboratorio interno alla casa: unisce orologi, quadri e riflessioni sulla vita in carcere in un ideale percorso dal buio dell'ingresso in cella alla luce della fine del periodo di detenzione. «Interrogarsi su come passi il tempo chi è in carcere - osserva l'assessore Mauro Randi - può aiutare anche chi è fuori, per comprendere come impieghi il proprio tempo: il sociale infatti non è più una questione per pochi "intimi" ma riguarda davvero ciascuno di noi».

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