Ieri, in occasione dell'inizio del Ramadan, la rivista 'il dialogo' ha inviato i propri auguri sinceri e fraterni alla comunità musulamana in Italia. "Contiamo che questo tempo di impegno che voi musulmani dedicate a migliorare voi stessi e ad essere sempre più fermi sulla "via di Dio" possa essere fruttuoso e possa aiutare la comunità musulmana italiana a stabilire saldi e duraturi rapporti di amicizia e di dialogo con tutta la popolazione del nostro paese e con tutti i membri delle diverse religioni, in primo luogo con quella cristiana" - si legge nel comunicato.

La rivista 'il dialogo' insieme a numerose riviste e realtà religiose nazionali promuove il prossimo 27 ottobre la 'Nona Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico' sul tema "Amare la Terra e tutti gli esseri viventi!". "Abbiamo voluto dedicare quella giornata a un tema fondamentale per la sopravvivenza dell'umanità, quello della salvaguardia del creato" - evidenzia la nota.

"Cristiani e musulmani - si legge nell'appello - sono interpellati nel profondo della loro fede da questi che sono i segni dei nostri tempi. Oggi come nel corso della storia dell'umanità in discussione è l'idolatria che si manifesta nel mancato rispetto per la nostra Terra attraverso il perpetrarsi di distruzioni della natura, di guerre devastanti e violenze disumane, di divisione profonda dell'umanità in oppressi e oppressori". "La produzione di strumenti di morte continua inarrestabile. Neppure la crisi economica ha prodotto alcun taglio nei fondi destinati all'acquisto di armi di distruzione di massa" - sottolinea il comunicato.

Trattando del rapporto tra cristiamo e musulmani i promotori della Giornata denunciano che "Forze politiche miopi che agitano la paura del diverso e di ciò che non si conosce e che per aumentare questa paura mistificano la realtà con l'uso di menzogne sempre più spudorate, vorrebbero che cristiani e musulmani continuassero a fare guerre fra loro come ai tempi delle Crociate. Si vorrebbe irreggimentare il grande spirito di pace, che pervade queste due grandi religioni della storia dell'umanità, in congreghe religiose di Stato, asservite a logiche politiche che contribuiscano a prolungare all'infinito quello stile di vita insostenibile che sta portando l'umanità sul baratro della propria autodistruzione".

"Ci auguriamo - conclude la nota inviata dalla rivista 'il dialogo' alla comunità musulmana in Italia - che il vostro Ramadan possa fornire un contributo positivo anche su tale argomento. Al male che sembra essere forte ed invincibile vogliamo insieme, cristiani e musulmani, in unione con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, rispondere promuovendo il bene comune, l'amore per la vita ed il rifiuto di ogni violenza.

Per l'inizio del Ramadan, il presidente dell'U.C.O.I.I. (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia), Izzedin El Zir ha rivolto un messaggio alle comunità. "In questo mese benedetto la comunità dei credenti si ritrova nello sforzo comune fatto per amore e timore di Allah, rinsalda i legami di fratellanza e dedica particolare attenzione ai più deboli e ai bisognosi". "Ricordando la necessità dell'unità come valore assoluto da perseguire con umiltà e pazienza, ma con la fermezza necessaria, auguriamo a tutti quanti di trascorrere questo mese nella serenità e nella concordia famigliare e comunitaria. Allah accetti e compensi il nostro digiuno e il vostro e ci perdoni tutti" - conclude il presidente Izzedin El Zir.

L'arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Louis Sako, ha diffuso un messaggio per il mese sacro del Ramadan. "a nome dei cristiani di Kirkuk, vorrei esprimere ai fratelli musulmani i nostri sinceri auguri in questo mese di digiuno, affinché esso sia un tempo privilegiato di preghiera e conversione, un tempo per crescere nella virtù. Il Ramadan è un'occasione anche per trovare il coraggio per il perdono e realizzare la riconciliazione e la giustizia, guarire le ferite degli iracheni e ritrovare la pace, la sicurezza e la stabilità in una vita dignitosa".

Il vescovo chiede ai cristiani "di rispettare i sentimenti dei loro fratelli musulmani, di non mangiare in pubblico e portare abiti modesti, unendosi a loro nella preghiera per pace e la stabilità". E conclude augurando che "molto presto sia formato un nuovo governo, un governo di unità nazionale capace di assumersi una piena responsabilità, un governo per tutti gli iracheni e non solo per una parte di essi". [GB]

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