Pubblichiamo un Comunicato stampa diffuso oggi dalla Cgil (apparso sul sito www.cgil.it) che commenta i recenti dati diffusi dal Ministero della Salute durante la relazione al Parlamento sulla Legge 194.

"In continua crescita il numero di ginecologi, anestesisti e del personale non medico che esercita l'obiezione di coscienza, con punte che superano l'80% nelle regioni del Sud. E' quanto ha reso noto ieri (9 agosto), il Ministero della Salute durante la relazione al Parlamento sulla legge 194.
Infatti se nel 2005 i ginecologi obiettori erano infatti il 58,7%, nel 2008 si è raggiunta la quota del 71,5% con un trend che negli anni non ha mai accennato a scendere. Il boom di ginecologi obiettori si è avuto nel Lazio (85,6%), Basilicata (85,2%), Campania (83,9%), Molise (82,8%), Sicilia (81,7%) e Veneto (80,8%).Ad esprimere forte preoccupazione per questi dati è la FP CGIL, secondo la quale, come spiega in una nota "l'aumento esponenziale dell'obiezione di coscienza impone un piano di contrasto per garantire l'effettiva attuazione della 194".
Una preoccupazione che spinge la categoria dei lavoratori pubblici della CGIL ad avanzare la richiesta a Governo e Regioni dell'apertura immediata di un tavolo di confronto con i sindacati, per raggiungere "l'effettiva attuazione della 194 su tutto il territorio nazionale, garantendo in ogni presidio la presenza 24 ore su 24 di un numero adeguato di medici ed infermieri non obiettori".
Si tratta, prosegue la FP CGIL, di "non penalizzare le donne, in particolare delle Regioni del Sud, ed i medici e gli infermieri che, non dichiarandosi obiettori, vedono ricadere solo su di loro il lavoro per le interruzioni di gravidanza". In tal senso il sindacato avanza tre proposte: la direzione dei presidi nei quali si effettua l'interruzione di gravidanza sia affidata a chi non è obiettore; il requisito della non obiezione sia introdotto per chi deve essere assunto o trasferito in presidi con oltre il 50% di obiettori; le Regioni attuino l'istituto della mobilità, previsto dalla stessa legge 194, per coprire le carenze di medici ed infermieri non obiettori".

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