La maggioranza assoluta dei cittadini europei ed italiani bocciano la possibilità che latte, formaggi e carne provenienti da animali clonati arrivino sulle tavole per motivi ambientali, etici, sanitari ed economici, avendo peraltro ben chiaro il significato della nuova tecnica.
E' quanto afferma la Coldiretti sulla base dell'ultima indagine Eurobarometro dopo la conferma che la carne prodotta da almeno un toro nato da esemplari clonati e' stata messa in commercio in Gran Bretagna illegalmente, e verosimilmente e' stata mangiata, secondo la Food Standard Agency (FSA). Il 79 per cento degli italiani - sottolinea la Coldiretti - conosce in cosa consiste la tecnica della clonazione animale, ma ritiene che siano chiari gli effetti di lungo periodo sulla natura (81 per cento), che potrebbe compromettere la biodiversità (63 per cento), che causi sofferenza agli animali (52 per cento) e che sia moralmente sbagliata (69 per cento).
Il 64 per cento ritiene pertanto che la clonazione a fini alimentari non sarebbe mai giustificabile con la maggioranza dei cittadini che non comprerebbe mai latte o carne da animali clonati e per questo - continua la Coldiretti - il 78 per cento ha dichiarato che un sistema di etichettatura dovrebbe essere reso obbligatorio qualora fossero venduti prodotti derivati dalla progenie di animali clonati.
Occorre intervenire tempestivamente per impedire l'arrivo sul mercato di carne, latte e derivati provenienti dagli eredi delle mucche clonate che rappresenta un rischio concreto anche per l'Italia che è il piu' grande importatore europeo di latte e derivati dall'estero. La commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati è - continua la Coldiretti - un rischio inaccettabile che oltre ad un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori e di rispetto della biodiversità pone evidenti perplessità di natura etica che occorre affrontare prima che sia troppo tardi.
Dopo oltre tredici anni dalla scoperta della pecora Dolly, pubblicata sulla rivista Nature del febbraio 1997, oggi è possibile clonare un animale con una spesa attorno i diecimila e la tecnica - conclude la Coldiretti - riguarda già molti animali da allevamento dalle pecore ai maiali, dai tori ai cavalli, con sperimentazioni effettuate anche in Italia con il toro Galileo, la cavalla Prometea e anche con un muflone selvatico.