Si moltiplicano gli interventi di soccorso nella regione di Swat, una delle zone più colpite dalle alluvioni che hanno investito nei giorni scorsi il Pakistan, dove Save the Children ha inviato equipe sanitarie mobili, ambulanze e medicine per assicurare le cure mediche d'emergenza ai bambini e alle famiglie in pericolo.
Secondo le prime stime di Save the Children, le più violente piogge monsoniche degli ultimi decenni hanno spazzato in pochi giorni nella sola area di Swat circa 14.000 case. Il 90% dei ponti sul fiume Swat risulta danneggiato o inutilizzabile, rendendo difficilissimo raggiungere i bambini in pericolo e le loro famiglie con i soccorsi e le cure. Si tratta di una corsa contro il tempo visto che le previsioni meteo allertano di nuove piogge in arrivo nelle prossime ore. Save the Children, in partnership con le autorità nazionali e locali, sta utilizzando tutti i mezzi di trasporto possibili, compresi elicotteri, muli e barche per trasportare il prima possibile personale e aiuti in villaggi completamente isolati.
"Praticamente tutte le infrastrutture nell'area di Swat sono state danneggiate," ha dichiarato Annie Foster, responsabile per le risposte umanitarie di Save the Children. "Le comunità non hanno più accesso ad acqua potabile o servizi igienici, alcuni hanno iniziato a bere acqua contaminata aumentando il rischio di diarrea e altre patologie derivate dall'acqua
Per garantire il sostegno necessario agli interventi immediati nelle zone colpite, Save the Children lancia oggi un appello di raccolta fondi attraverso il Fondo Emergenze: www.savethechildren.it/fondoemergenze
"Save the Children si sta muovendo rapidamente per raggiungere il prima possibile quei bambini che con le loro famiglie sono in una situazione di emergenza e di pericolo," ha dichiarato Valerio Neri Direttore Generale per l'Italia di Save the Children. "Abbiamo bisogno del sostegno di quanti vorranno contribuire per evitare che il numero delle già tante vittime si moltiplichi nei prossimi giorni, a causa di conseguenze prevenibili con un intervento adeguato nelle zone più a rischio."
L'intervento di Save the Children a Swat e nelle zone di Allai, Jambera e DI Khan, nel distretto di Bruner e a Thakot si avvale di 5 equipe mediche mobili, 4 ambulanze attrezzate, 3 Unità Sanitarie Base con personale medico, infermieristico e per la distribuzione di medicine, cliniche attrezzate in edifici prefabbricati e 8 cliniche permanenti già operative nell'area prima delle alluvioni.
"Le equipe mediche di Save the Children hanno già visitato più di 1.200 pazienti negli ultimi tre giorni. I nostri medici riportano molti casi di insufficienza respiratoria e diarrea," ha aggiunto Annie Foster. "Se queste patologie non vengono trattate immediatamente possono essere letali per neonati e bambini."
Save the Children ha anche iniziato la distribuzione di 800 kit di primo soccorso per consentire alle famiglie colpite di predisporre un rifugio di emergenza (1 incerata di plastica, 1 secchio con coperchio, 2 contenitori per liquidi, 1 brocca di plastica, 6 bicchieri di plastica e una corda di 10 metri) e di pasticche per la potabilizzazione dell'acqua per 25.000 famiglie.
Un milione di persone circa, di cui 400.000 sono bambini, sono state colpite dalle alluvioni di questi giorni, le peggiori degli ultimi decenni nel Pakistan. Più di 1.000 persone sono morte e centinaia risultano al momento disperse secondo la Provincial Disaster Management Authority (PDMA) di Khyber Pakhtunkhwa. Secondo fonti locali, più di 27.000 persone sono intrappolate dalle acque in attesa di essere salvati da uno dei 43 elicotteri e 100 barche mobilitati dalle autorità insieme a 30.000 soldati impegnati nelle operazioni di soccorso.
Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente che lavora per migliorare concretamente la vita dei bambini in Italia e nel mondo, è intervenuta anche in occasione del ciclone Phet che ha colpito il Pakistan lo scorso giugno, dello sfollamento di massa delle famiglie nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa lo scorso anno e del terremoto del 2005, e presta il suo soccorso ai bambini e alle famiglie del Paese da più di 30 anni.