Roma, 2 agosto 2010 - "Il riconoscimento dell'acqua come diritto umano da parte dell'Onu è un segnale politico ed istituzionale molto importante, ma è solo il primo passo di un lungo cammino. Un percorso che deve portare all'attuazione concreta di tutti i diritti umani per tutte le persone del mondo. I diritti fondamentali non possono e non devono rimanere solo sulla carta! Per questo non comprendiamo e non possiamo accettare compromessi o interessi di alcun genere".
Questa la dichiarazione di Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione CIPSI, coordinamento di 48 associazioni di solidarietà e cooperazione internazionale, a seguito dell'approvazione da parte dell'assemblea generale dell'Onu della risoluzione "Il diritto umano all'acqua e all'igiene".
La risoluzione ricorda i numeri, 884 milioni di persone senza accesso all'acqua sicura, 2,6 miliardi di persone (il 40% dell'umanità) senza igiene di base, e invita Stati ed organizzazioni internazionali a destinare risorse finanziarie, abilità costruttive, tecnologie appropriate ai paesi impoveriti, nello sforzo di assicurare acqua da bere sicura, pulita, accessibile, tenuto conto anche del costo affrontabile, nonché a rendere possibile l'igiene per tutti.

"Finalmente una presa di posizione chiara che il nostro coordinamento e i movimenti per l'acqua chiedevano da tempo, ma che ha bisogno di precise assunzioni di responsabilità e di coerenza - continua Barbera. Chi vota, come l'Italia ha fatto, per il riconoscimento del diritto all'acqua come diritto universale, lo devo garantire in primo luogo nel proprio paese. Non si può riconoscere l'acqua come diritto universale di tutti i cittadini e allo stesso tempo procedere a ?privatizzarne' la gestione e la distribuzione, negando dunque di fatto il diritto ai cittadini. Il riconoscimento dei diritti umani è un obiettivo che deve guidare la politica a tutti i livelli, da quella locale a quella internazionale, dalla famiglia al quartiere, dalla scuola ai posti di lavoro, dalle nostre città fino alle Nazioni Unite. Non si tratta solo di ?valori' da contemplare!".

"Per questo - conclude Barbera - chiediamo a tutte le forze politiche italiane, di fermare la privatizzazione dell'acqua e di ascoltare quello che tanti italiani da tempo, stanno chiedendo in questo ambito".

Per informazioni: Solidarietà e Cooperazione CIPSI, tel. 06.5414894, mail: ufficiostampa@cipsi.it e info@cipsi.it, web: www.cipsi.it.

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