Il caso di Faith Aiworo che ha ucciso il suo stupratore ed è stata condannata al patiboloCGIL, CISL e UIL Bologna denunciano il caso di Faith Aiworo, una donna nigeriana di 23 anni, arrivata a Bologna 2 anni fa fuggendo dal proprio paese dopo essere stata condannata alla pena di morte per aver ucciso, mentre tentava di difendersi da uno stupro, il suo violentatore. Quando alcuni giorni fa Faith è stata vittima di un secondo tentativo di stupro, le forze dell'ordine intervenute, l'hanno accompagnata in Questura per denunciare l'accaduto ma qui è stata espulsa perché senza documenti e trasferita al Centro di identificazione ed espulsione di Bologna. La domanda di asilo predisposta dal legale della donna non ha impedito che questa fosse rimpatriata in Nigeria, dove è già stata arrestata in attesa dell'esecuzione della pena di morte per impiccagione. In Italia, denunciano i sindacati, Faith "si è scontrata con una legge che non le ha mai consentito di poter richiedere un regolare permesso di soggiorno e dove nessuno l'ha mai informata che quello che aveva subito in Nigeria le avrebbe potuto consentire di richiedere l'asilo politico". In Nigeria, ricordano CGIL, CISL e UIL, almeno 58 persone sono state giustiziate negli ultimi 12 mesi e Faith potrebbe essere uccisa da un momento all'altro. La Costituzione italiana, sottolineano i sindacati, è contro la pena di morte "perché questa rappresenta la violazione più brutale del più basilare dei diritti umani. Ed è per questa ragione che CGIL, CISL e UIL, "ancora increduli della rapidità con cui si è deciso e provveduto alla espulsione", condannano l'accaduto e chiedono al governo e a tutte le Istituzioni tutte di attivarsi nei tempi utili per salvare la vita a Faith.