Si è concluso a Città del Messico il quarto Forum mondiale dell'acqua. Deludente il testo della dichiarazione finale / Un bene per tutti L'accesso all'acqua non è un diritto umano. È quanto emerge dalla Dichiarazione finale del quarto Forum mondiale dell'acqua, appena concluso a Città del Messico, che ha ignorato così le richieste avanzate in questo senso da Bolivia ed Unione Europea. Una conclusione in linea con il resto dei lavori del Forum organizzato dalla Banca Mondiale, Acqua al quale hanno partecipato 140 ministri di Paesi di tutto il mondo e oltre 10.000 esperti. «La Dichiarazione finale non apporta nulla di nuovo per migliorare la situazione attuale», è stato il commento di Jaime Pittock, direttore del programma globale dell'acqua del Wwf. Vale a dire: secondo l'Onu almeno 1,1 miliardi di abitanti del mondo non hanno accesso all'acqua e 2,6 miliardi non usufruiscono di basilari infrastrutture sanitarie. La dichiarazione rischiava di non essere sottoscritta dai rappresentanti di Bolivia, Venezuela e Cuba. Poi, fa notare il ministro spagnolo per l'ambiente, Cristina Narbona, anche questi hanno firmato poiché nel testo «pur se non si parla di diritto umano, nemmeno si parla di privatizzazione». A margine del Forum, l'Unesco ha rivolto un appello affinché «l'acqua non sia ritenuta una merce in più». Ministri ed esponenti delle delegazioni latinoamericane ed europee hanno invece siglato un "patto strategico" che punta a raggiungere «le mete di sviluppo del Millennio e del vertice mondiale di sviluppo sostenibile» che si svolgerà a Joahannesburg, in Sudafrica. Al termine dei lavori è stato anche stabilito che il quinto Forum dell'acqua si svolgerà a Instambul nel 2009.

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